Uno di noi, in una presa di posizione dal tono civile (Franco Cavalli, CdT, 30.01.2014) ha criticato la maggioranza dei verdi ticinesi (ma le dissidenze si stanno moltiplicando), che, contrariamente al partito nazionale e a tutte le altre sezioni cantonali, aveva deciso di sostenere l’iniziativa dell’UDC contro l’immigrazione di massa. Sergio Savoia ha dapprima reagito sul suo blog con uno sconclusionato sfogo d’ira, punteggiato da una serie di epiteti, tra i quali quello di “scemo” non era certo il peggiore.
Due giorni dopo (CdT 1.2.2014) Savoia cerca di razionalizzare un po’ la sua posizione, lanciandosi in un’interminabile serie di roboanti “J’accuse” contro “questa sinistra”, colpevole di essere salottiera, traditrice del proletariato, intellettualoide, ecc. Ma il nostro peggior sbaglio sarebbe, sempre secondo Savoia, quello di non accorgerci che così facendo siamo condannati a perdere. A questo proposito riconosciamo volentieri una nostra caratteristica: non siamo abituati e soprattutto non ci interessa per niente lisciare il pelo alle reazioni epidermiche dell’opinione pubblica pur di conseguire vittorie elettorali. Sappiamo come sono andati a finire quelli che “a sinistra” l’hanno fatto: da Blair a Schröder. Anche se, tanto per dimostrare che non siamo proprio degli ingenui pivellini, alle ultime Federali abbiamo sfiorato una vittoria storica pur senza vendere l’anima al diavolo. Ma veniamo al nocciolo del problema, al quale Savoia continua a sfuggire, annegando il tutto in un mare di retorica. E quindi ci ripetiamo. Secondo noi l’iniziativa dell’UDC va combattuta, senza se e senza ma, soprattutto da chi si è sempre battuto al fianco dei lavoratori, non solo perché non risolve nessuno dei gravi problemi che investono oggi il nostro mercato del lavoro, ma perché addirittura li peggiorerebbe. Con la reintroduzione dei contingenti ed un possibile ricorso addirittura agli stagionali, i lavoratori migranti resi più fragili sarebbero ancora più ricattabili da parte del padronato e costretti quindi a vendere la propria forza lavoro a condizioni ancora più sfavorevoli. E la guerra tra poveri non farebbe quindi che aumentare di intensità, rafforzando ulteriormente la pressione sui salari. Noi siamo invece convinti che l’unica soluzione sia la generalizzazione (magari anche forzata) dei contratti collettivi e l’elevazione dei salari, a cominciare dall’introduzione di un salario minimo obbligatorio di 4'000 CHF. È evidente che così verrebbero meno quelle motivazioni che spingono il padronato a promuovere il dumping salariale su larga scala, a detrimento soprattutto della manodopera locale. Savoia si guarda bene dal dire che questa argomentazione sia sbagliata: schiva invece l’oliva, facendo semplicemente dell’ironia sul fatto che non abbiamo mai avuto le maggioranze per far passare queste soluzioni. Bella trovata! Forse lui l’ha dimenticato, ma noi invece siamo ben coscienti del fatto che il potere in questo paese è saldamente nelle mani del padronato e dei partiti borghesi. E tra questi i peggiori sono i miliardari Blocher, Frey, Spühler & Co che dirigono l’UDC e hanno promosso l’iniziativa: vogliamo far credere all’elettorato ticinese che questi signori si stanno dannando per migliorare le condizioni dei salariati? Per favore non scherziamo sulla pelle della gente! Con la sua lista di “J’accuse”, nel maldestro tentativo di ergersi a novello Emile Zola, Savoia in realtà non fa altro che spacciare specchietti per le allodole. È una tecnica conosciuta. Sviando l’attenzione, si evita di affrontare la natura dei problemi, per continuare a sfruttare a proprio vantaggio il sacrosanto malcontento del salariati.
Caro Savoia: permettici un’ultima osservazione. Le tue accuse d’essere socialisti da salotto o addirittura gauche caviar sono a dir poco ridicole e probabilmente te ne rendi conto anche tu. Chi vive in Ticino conosce le nostre traiettorie e sa che siamo a stretto contatto giornaliero con i lavoratori o che abbiamo fatto parecchie rinunce a favore dei meno abbienti. Fra l’altro, tanto per fare un esempio, non ti abbiamo visto recentemente quando la mattina presto distribuivamo nelle stazioni agli apprendisti i volantini a sostegno dell’iniziativa 1:12. Certo che è molto più comodo e salottiero passare da un talk show all’altro.
per il coordinamento del Forum Alternativo:
Franco Cavalli, Enrico Borelli, Giancarlo Nava, Graziano Pestoni, Adriano Venuti