Assemblea costitutiva dell’associazione ticinese per la Ricostruzione di Kobane

La liberazione di Kobane fu una vittoria dell’umanità contro l’avanzata delle bande nere del cosidetto Stato islamico. La sua popolazione e la città pagarono un caro prezzo la difesa del progetto sociale democratico della Confederazione dei cantoni del Rojava. Una proposta che si basa su quattro concetti: democrazia partecipativa dal basso, convivenza tra i popoli, libertà delle donne e stesse possibilità di vita per tutte le religioni.

In Rojava questo sistema è stato costruito a partire dal basso. Un modello di pace e giustizia per tutta la regione. E per questo ostacolato. Le milizie che hanno liberato la zona, le Unità di protezione maschili e femminili (Ypg/Ypj), continuano la guerra su più fronti, contro le bande dell’Is da un lato e l’esercito turco dall’altro. Il 29 ottobre il premier turco Ahmet Davutoglu ha confermato pubblicamente che l’esercito sta attaccando i combattenti nel Kurdistan siriano (Rojava).

A quasi un anno dalla liberazione totale di Kobane e dei suoi 343 villaggi del Cantone, i lavori di ricostruzione sono stati avviati ma incontrano difficoltà enormi. Ricostruire una città martoriata con l’80% delle abitazioni distrutte o danneggiate per garantire le possibilità di rientro a centinaia di migliaia di sfollati è un’impresa titanica. Intervistato recentemente dall’Huffington post, il sindaco di Kobane Mustafa Abdi spiega che «solo nella parte centrale della città, quella che abbiamo già messo in sicurezza, sono state rimosse un milione e 300mila tonnellate di macerie. In questa zona già ripulita abbiamo in programma di costruire 1.300 case da zero, destinate soprattutto alle famiglie e ai poveri. Per ora abbiamo costruito sette scuole nel centro, oltre a quelle nei villaggi».

A partire dal 20 settembre è stato istituito un comitato per la ricostruzione con l'incarico di progettare e attuare i lavori. Sul piano internazionale, i movimenti spontanei di solidarietà alla città di Kobane stanno costituendo in questi mesi delle strutture locali, nazionali per confluire infine in una fondazione europea. Lo scopo è coordinare al meglio la solidarietà per concentrare gli sforzi sulle priorità indicate direttamente dalla popolazione di Kobane e dintorni.

Seguendo questa dinamica, anche in Svizzera stanno nascendo delle realtà locali finalizzate al sostegno della ricostruzione di Kobane. A Ginevra una simile organizzazione ha già visto la luce, altre seguiranno a breve nella Svizzera tedesca.

In Ticino lo scorso anno la risposta della popolazione è stata eccezionale all’appello lanciato da una trentina di medici (primo firmatario il dottor Franco Cavalli). Oltre 20mila franchi furono raccolti nel breve periodo. Soldi già impiegati, soprattutto in risposta alle emergenze sanitarie.

Ora come detto, si tratta di ricostruire Kobane, le sue strutture pubbliche, le abitazioni e vie di comunicazione. Le popolazioni locali non possono essere lasciate sole in questa opera. Tanto più che non si tratta di semplice solidarietà caritatevole, ma inserita in un progetto concreto fondato sulla giustizia sociale per tutta la regione.

Per questi motivi, e nella continuità della solidarietà dello scorso anno, si vorrebbe costituire l’associazione ticinese per la Ricostruzione di Kobane.

La Comunità curda in Ticino e il Forum Alternativo in qualità di promotori, invitano le persone e le realtà organizzate a partecipare all’assemblea costitutiva dell’associazione che si terrà giovedì 3 dicembre alle ore 20.15 presso il ristorante Briccola di Rivera.

Per informazioni o contatti, potete scrivere all’indirizzo mail info@forumalternativo.ch


Nella speranza di vedervi numerosi il 3 dicembre, vi salutiamo cordialmente.

Per i promotori: Ahmet Yaman e Francesco Bonsaver