Il terrorismo è stato il grande mantra dell’estate, tema che ci è stato propinato in tutte le salse: da quelle più banali e tragicomiche (burqini) a quelle nettamente più insidiose. Da noi il terrorismo serve avantutto per far crescere il sentimento anti-migranti, contro i quali oramai tutto fa brodo. Ci si potrebbe domandare se tra poco non saranno responsabili anche del maltempo, tanto da sostituire i responsabili politici nel tradizionale “piove, governo ladro!”. Di questi tempi poi lo spauracchio terrorista è utilissimo per far accettare al popolo svizzero la nuova legge sui servizi segreti, che rischia di farci rientrare dalla finestra gli 007 ficcanaso che una trentina di anni fa erano stati scacciati a furor di popolo dalla porta, a seguito dello scandalo del milione di cittadini svizzeri schedati e pedinati. Ma ancora peggiore è la situazione nei paesi confinanti, dove le prossime scadenze elettorali invitano alla peggior demagogia, a cominciare dal nanetto velenoso Sarkozy, che con il suo spostamento verso l’estrema destra permette alla oramai mezza dozzina di candidati di quello che resta del partito socialista di proclamarsi “progressisti”.
Ma al di là di queste miserie, è ora di chiedersi seriamente chi sono i terroristi. Qui val la pena di ricordarci che una quarantina di anni fa le masse musulmane scendevano in piazza per domandare una qualche forma di socialismo: per arrivarci era però necessario confiscare tutto quel potere economico, a partire dal petrolio, di cui si erano appropriati i capitalisti occidentali. I vari leader laici riformisti furono quindi spazzati via da una serie di colpi di stato gestiti dalla Cia, e quando ciò non bastava si è poi passati ad interventi militari diretti: dalle due guerre in Iraq all’Afghanistan, dalla Siria alla Libia. I disastri immensi provocati da questi interventi e la mancanza di ogni ragionevole prospettiva ha gettato quelle masse nelle mani dei fondamentalisti, che tra l’altro inizialmente erano stati armati e finanziati dagli Stati Uniti in funzione antisovietica.
Di tutto ciò qui da noi però non si parla e si preferisce inventarsi teorie razziste sulla violenza che sarebbe insita nella religione musulmana, da cui l’Occidente cristiano avrebbe il diritto di difendersi. E sì che se si volesse prendere la briga di ricordare qualche dato storico, si vedrebbe facilmente che negli ultimi 1000 anni il cristianesimo ne ha fatte ben di peggio, dai massacri delle crociate alle dozzine di milioni di persone trucidate in America Latina ed in Africa con la scusa di evangelizzare i pagani, su su fino alle camere a gas e alle innumerevoli guerre di religione. E non dimentichiamo che se i 500 bambini uccisi dall’ultima invasione israeliana a Gaza o le migliaia di donne e ragazzi vittime collaterali degli attacchi con droni da noi vengono appena citati, ad est del Canale di Suez e a sud del Mediterraneo fanno esattamente la stessa impressione che a noi fanno i morti del Bataclan. E quindi se vogliamo evitare che Papa Francesco possa aver ragione quando dice che la Terza Guerra mondiale è cominciata, cerchiamo di capire da dove provengono i problemi e, se possiamo, di dare il nostro contributo a risolverli. E soprattutto evitiamo di peggiorarli.