No all'aumento dell'età di pensionamento delle donne

tratto da: Area - Quindicinale e portale di critica sociale e del lavoro

 

Enrico Borelli, segretario regionale di Unia Ticino, non ha dubbi: «Unia e l'Uss devono combattere la Pv 2020 promuovendo il referendum».

«Questa riforma non è un compromesso e dal profilo sindacale rappresenta una chiara sconfitta, perché innalza l'età di pensionamento delle donne, riduce le pensioni del 12 per cento, aumenta i contributi prelevati attraverso i salari e aumenta l'Iva, l'imposta più antisociale che esista».

Però per la prima volta da molti anni aumenta le rendite Avs di 70 franchi al mese...

 

È una forma di compensazione poco più che simbolica che viene praticamente inghiottita dalle misure di risparmio. E poi gli attuali pensionati sono esclusi da questo aumento, il che rompe il principio di solidarietà tra generazioni su cui si fonda l'Avs.

 

Il “compromesso” viene definito l'unica via possibile per evitare che l'Avs finisca nelle cifre rosse e che in un clima di emergenza finanziaria la destra faccia passare riforme ancora più brutali...

 

È illusorio ritenere che con la Pv2020 si allenti la pressione verso scenari ancora più sfavorevoli: basti osservare quanto accaduto con l'età di pensionamento delle donne, passata da 62 a 64 e ora a 65. Anzi, è accettando questa riforma che si farebbe crollare la diga. Per quanto riguarda il finanziamento, sono decenni che per giustificare misure di risparmio vengono presentati scenari catastrofici che non si sono poi mai realizzati. Oggi, con l'aumento dei pensionati del "baby boomer” il contesto è leggermente diverso, ma si dovrebbe avere il coraggio di esplorare nuovi fonti di finanziamento: si pensi per esempio ad una tassazione dei dividendi, delle transazioni finanziarie, delle successioni milionarie. Bisogna insomma andare a prendere i soldi laddove ci sono e non sempre nelle tasche dei salariati. E il sindacato ha il dovere di agire in questa logica, conducendo anche una campagna di natura pedagogica sugli squilibri di una società in cui la ricchezza è concentrata nelle mani di pochi e presenta grandi disuguaglianze sociali. Rinunciare al referendum contro questa riforma delle previdenza vecchiaia, che oltretutto rappresenta un terreno su cui abbiamo dimostrato di poter vincere, sarebbe un delitto.

 

Quale decisione ti aspetti dall'And?

 

Confido in una decisione favorevole al lancio del referendum, anche se registro forti e indebite pressioni (interne ed esterne a Unia) nei confronti dei delegati affinché vi rinuncino. Il che è grave, perché così si misconoscono sia la decisione del congresso sia le nostre parole d'ordine degli ultimi vent'anni in questa materia.

 

Indipendentemente dalla decisione di domani, il referendum è già cosa decisa?

 

Lo ha deciso il congresso di Ginevra e poi le indicazioni che giungono dalla base mi sembra vadano chiaramente contro l'ipotesi di un innalzamento dell'età pensionabile delle donne. Per questo ampi spezzoni del movimento sindacale sosteranno sicuramente il referendum.

 

Se questa sarà la via si consumerà una spaccatura nel sindacato. Non rappresenterebbe un segnale di debolezza?

 

Il movimento sindacale non è una chiesa ed è normale che in un'organizzazione di dimensione come la nostra coabitino delle sensibilità diverse e che ci sia dibattito interno.