Mal’aria: malattie da polveri fini

di Giorgio Noseda

 

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’OMS, l’inquinamento atmosferico ha causato nel 2012 sette milioni di morti in tutto il mondo, colpendo in particolare anziani e bambini. Fra tutte le sostanze nocive, le più pericolose sono considerate le polveri fini (PM10).

Parecchie ricerche hanno evidenziato una correlazione tra smog, in particolare polveri fini (ma anche diossido di azoto - NO2), soprattutto in conseguenza del traffico stradale, ma anche di altre cause come le emissioni per il riscaldamento degli edifici, e diverse malattie.

Già lo studio svizzero Sapaldia, condotto sull’arco di 10 anni (dal 1991 al 2002) su oltre 9000 soggetti in 8 cantoni, tra i quali il Ticino, e che ha avuto grande eco internazionale (pubblicato infatti nel 2007 sulla prestigiosa rivista medica New England Journal of Medicine), aveva mostrato una chiara correlazione tra polveri fini (e diossido di azoto) e patologie polmonari; asma bronchiale, specialmente nei bambini, broncopatia cronica ostruttiva, diminuzione della funzione polmonare.

 

Le polveri fini sono responsabili di uno stato infiammatorio cronico delle vie respiratorie, che con il passare degli anni può causare un cancro bronco-polmonare. Infatti nel 2013 è stato pubblicato lo studio ESCAPE (apparso sull’altrettanto prestigiosa rivista medica britannica Lancet), che ha esaminato 360.000 residenti in grandi città di 9 paesi europei durante 13 anni, Questa indagine ha dimostrato che l’inquinamento dell’aria, e soprattutto le polveri fini, causa tumori maligni bronco-polmonari e probabilmente anche alla vescica. In base a questa indagine si è calcolato che un incremento di 10 mcg/m3 di polveri fini sull’arco di alcuni anni aumenta del 20% la probabilità di sviluppare un cancro al polmone e che l’8% dei tumori polmonari è causato dalle polveri fini (al primo posto figura il fumo di tabacco). Per questo motivo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, alla quale partecipa anche la Svizzera, ha dichiarato che le polveri fini rappresentano un fattore di rischio nella categoria 1, la più alta.

 

Oltre a ciò, è stata confermata nel 2015 una stretta correlazione tra inquinamento e malattie cardiovascolari da un gruppo di ricercatori del Belgio (dati pubblicati sull’European Heart Journal). L’incremento di 10 mcg/m3 di polveri sottili era associato all’aumento del 3% dell’infarto miocardico acuto e un innalzamento di 10 mcg/m3 di NO2 si traduceva in un aumento del 5% del rischio cardiovascolare.

 

Inoltre, un grosso studio europeo svolto su oltre 41.000 persone di cinque nazioni europee durato 9 anni, pure pubblicato sul giornale europeo di cardiologia, ha dimostrato che per ogni aumento di 5 microgrammi per metro cubo di PM2,5 (particelle ultrasottili) il rischio di ipertensione arteriosa aumenta di circa un quinto, ciò che spiega anche un aumento degli ictus cerebrovascolari conseguenti all’inquinamento atmosferico.

 

Una ricerca pubblicata il 4 gennaio di quest’anno sulla rivista Lancet rivela che lo smog è legato anche a un aumento dei casi di demenza. Rispetto alla media della popolazione, chi vive a meno di 50 metri da un’arteria stradale di grande traffico ha un rischio aumentato del 7 percento di esserne colpito. Chi vive tra 50 e 100 metri del 4 percento. Chi vive tra 100 e 200 metri del 2 percento. In tutto, fino a un caso su dieci di demenza fra coloro che abitano a pochi passi da una strada trafficata potrebbe essere attribuito all’inquinamento. Lo studio ha messo a confronto l’indirizzo di casa e lo stato di salute di 6,5 milioni di persone in Canada fra 20 e 85 anni per un decennio. È possibile che accanto alle polveri fini sia il rumore la concausa dei danni al cervello.

 

Per quel che riguarda il Canton Ticino, non ci sono molti dati epidemiologici. Nel ”Atlante della mortalità per cancro in Svizzera dal 1970 al 1990”, il Dr. G. Schüler, direttore del Registro dei tumori di Zurigo, aveva pubblicato che nel Sottoceneri, in particolare nel Mendrisiotto e a Chiasso, dove l’aria era già allora molto inquinata, era stato rilevato il tasso più alto in Svizzera per mortalità in seguito a cancro del polmone.

 

Infine, nel rapporto “ I tumori in Svizzera 2015”, a cura dell’Istituto nazionale per l’epidemiologia e la registrazione del cancro (NICER), del quale sono presidente, e dell’Ufficio federale di statistica, risulta una maggior incidenza e mortalità di cancro al polmone nel Canton Ticino nei confronti del resto della Svizzera, anche se il numero dei fumatori, per quel che riguarda gli uomini, è inferiore al resto della Svizzera, mentre è invece lievemente superiore per quel che riguarda le donne. Pertanto il fattore di rischio fumo non sembra essere in grado di spiegare le differenze citate, che invece sono probabilmente da attribuire all’inquinamento ambientale.

 

Nonostante i motori inquinino meno è esploso il numero di veicoli in circolazione e la qualità dell’aria nel Sottoceneri e soprattutto nel Mendrisiotto è una delle peggiori in Europa. I dati parlano chiaro: l’Ordinanza federale prevede un tasso d’inquinamento di polveri fini sopra i 50 mcg/m3 di aria al massimo una volta all’anno. I dati del Luganese e del Mendrisiotto contrastano con questa dichiarazione, e negli ultimi anni hanno superato questo limite annualmente oltre 50-60 volte. Inoltre, come abbiamo appena potuto costatare a fine gennaio-inizio febbraio, il tasso delle polveri fini nel Sottoceneri è stato ben superiore ai 100 mcg/m3 di aria per parecchi giorni.

 

Siamo quindi nell’illegalità e in una situazione pericolosa per la nostra salute.

Se l’effetto serra è assurto al rango di emergenza globale, all’inquinamento dell’aria che respiriamo la società e la politica non sono in grado di trovare una soluzione valida, salvo qualche rara limitazione del traffico…sperando che nel frattempo piova.


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