La legge federale sulla riforma della previdenza vecchiaia 2020 è inaccettabile:
- perché obbligherebbe le donne a lavorare un anno di più o, in alternativa, a subire una riduzione a vita della loro rendita AVS. Questa misura significa spalancare le porte al
pensionamento a 67 anni per tutte e per tutti.
- perché non apporterebbe nessun miglioramento alle attuali pensionate e agli attuali pensionati. A causa dell’esplosione dei premi malattia e dell’aumento dell’IVA, ciò si tradurrebbe in una
diminuzione del reddito a loro disposizione.
- perché non garantirebbe neppure il mantenimento del livello delle rendite per le future pensionate e per i futuri pensionati. La sola certezza è l’aumento dei contributi. Risultato finale: le
lavoratrici e i lavoratori saranno chiamati a pagarne il prezzo, mentre banche e assicurazioni si arricchiranno ancora di più.
NO all’aumento dell’età di pensionamento!
NO alla riduzione delle rendite!
La legge federale sulla riforma della previdenza vecchiaia 2020 (PV 2020) è inaccettabile.
Le donne a 65 anni, poi tutte e tutti a 67!
La riforma PV 2020 prevede l’aumento a 65 anni dell’età di pensionamento delle donne. Usando il pretesto dell’uguaglianza, operaie, cassiere e segretarie dovranno così sgobbare un anno di più, a
solo profitto del padronato. Coloro che non potranno farlo subirebbero una riduzione a vita della loro rendita AVS. In secondo luogo, l’aumento dell’età di pensionamento, obbligando decine di
migliaia di donne a restare sul mercato del lavoro, stimolerebbe la disoccupazione. Infine, questo aumento prepara il seguente: i 67 anni per tutte e per tutti. Gli stessi rappresentanti dei
partiti borghesi che sostengono la riforma PV 2020 già annunciano questo obiettivo!
Neanche un centesimo per coloro che già oggi sono in pensione!
La riforma PV 2020 non apporterebbe nessun miglioramento – neanche un centesimo! – per coloro che già oggi sono in pensione, ovvero quasi 2,3 milioni di persone. A causa dell’esplosione senza
fine dei premi malattia, questo blocco delle rendite si tradurrebbe in una riduzione del reddito a loro disposizione. E questa sarebbe ulteriormente accentuata dall’aumento dell’IVA, l’imposta
più antisociale che esista. Una volta di più, le donne sarebbero particolarmente colpite: 40% di loro non ha che l’AVS per vivere.
Le lavoratrici e i lavoratori pagheranno il conto, mentre banche e assicurazioni festeggeranno
La riforma PV 2020 non garantirebbe neppure il mantenimento del livello delle rendite per le future pensionate e per i futuri pensionati. Per le donne, questo obiettivo sarebbe addirittura solo
una chimera. Esse ricevono, in media, una rendita AVS di 2'000 franchi. L’innalzamento a 65 della pensione le priverebbe così di 24'000 franchi. Con il supplemento di 70 franchi al mese, sarebbe
dunque necessario che vivessero fino a 94 anni per recuperare questa perdita… Per quello che riguarda le rendite del 2° pilastro, qualsiasi proiezione su un periodo di 20 o 30 anni è aleatoria. È
invece sicuro che gli attacchi padronali che mirano a ridurne il livello proseguiranno. In breve, l’aumento dei contributi del 2° pilastro previsti della riforma PV 2020 rischia di avere quale
solo effetto la diminuzione del salario netto delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti. In rivincita, banche e assicurazioni ne approfitterebbero per accrescere gli utili realizzati sulle
nostre spalle.