Di Riccardo Zampagna ... da "Quaderno 10"
Ignazio Cassis ha il volto rassicurante della brava persona, dai modi affabili e, a detta di chi lo conosce personalmente, socievole e simpatico. Non vi sono dubbi che sia così.
Un conto però è la persona, un altro l’uomo politico le cui decisioni influenzano le vite di tutti noi. La responsabilità individuale tanto cara a Cassis, produce delle conseguenze collettive che derivano dalle scelte dell’uomo politico.
Ripercorriamo dunque la sua ascesa politica e analizziamo il ruolo che in questo momento gioca all’interno del processo decisionale del palazzo bernese.
Dopo esser stato un volto conosciuto ai ticinesi nella sua funzione di medico cantonale per una dozzina d’anni, Cassis si candida nel 2007 per il Consiglio Nazionale nelle file del Partito liberale radicale. E con successo, poiché viene eletto e ancora oggi siede in parlamento.
Quale rappresentante degli elettori del Canton Ticino, per tutto questo periodo ha percepito un compenso annuo tra i 120-140mila franchi. Niente di male, come normale che sia. Ma la figura politica di Cassis è emblematica delle criticità del sistema elvetico.
Cassis incarna il lobbismo, ossia la pressione diretta esercitata da potenti gruppi economici, nelle scelte del paese.
Non è un mistero per nessuno che Cassis sia il presidente di Curafutura, l’associazione nata nel 2013 su iniziativa di CSS Assicurazione, Helsana, Sanitas e CPT, ossia quattro delle più grandi compagnie assicurative di cassa malattia del paese. Per questa sua carica, grazie a indiscrezioni giornalistiche, si è scoperto che per un tempo parziale al 60%, Cassis riceve un compenso annuo di 180mila franchi.
Quasi un terzo in più di quanto riceva dai contribuenti elettori per rappresentarli. Logico porsi la seguente domanda. Quando Cassis il politico agisce a palazzo, lo fa pensando agli interessi dei suoi elettori o di chi gli paga lo stipendio per difendere i loro interessi?
Si potrebbe obiettare che gli interessi dei suoi elettori e dei padroni delle casse malati coincidano, e dunque Cassis agisca a difesa di entrambi.
Vediamo. Helsana lo scorso anno ha conseguito un risultato netto di 98 milioni di franchi. Per le altre tre assicurazioni di Curafutura del Cassis, gli ultimi dati disponibili risalgono al 2015. CSS Assicurazione ha realizzato 70,4 milioni di franchi, Sanitas 19,1 milioni (dopo le imposte) e infine 20 milioni di utile per la Cpt. Si può dunque affermare che le quattro cassa malattia che pagano lo stipendio di Cassis passino un buon momento economico. E gli elettori ticinesi? Non è necessario spiegar loro quanto incidano i premi cassa malattia nei budget, oppure quanto siano cresciuti negli anni e quanto invece sia calato il loro potere di acquisto. Sarebbe però ingiusto attribuire i meriti di tutti questi utili milionari al solo Cassis, ma va riconosciuto che il suo salario se lo è meritato.
Si è battuto in ogni gremio di palazzo contro qualsiasi minima modifica che potesse intaccare il loro potere attuale. A volte in maniera anche subdola, invisibile al grande pubblico.
Prendiamo l’iniziativa popolare “Per cure infermieristiche forti” lanciata a fine gennaio dall’Associazione svizzera infermieri dove si chiede d’investire nel settore della formazione e di migliorare le condizioni di lavoro del ramo. Un’iniziativa simile era già stata discussa in parlamento con buone possibilità di riuscita, se non ci fosse stato l’intervento di Cassis. All’ultimo minuto fece aggiungere una clausola che attribuiva poteri alle Casse malattia sulle infermiere, col risultato che all’opposizione dell’Udc si aggiunse quella della sinistra facendolo naufragare definitivamente.
Ma come detto Cassis, negli ultimi anni, sta ricoprendo ruoli sempre più decisivi, che pesano ancor maggiormente nella vita della popolazione. Nella nuova santa alleanza della maggioranza borghese tra Udc e Plr, Cassis gioca un ruolo di playmaker.
Lasciamo da parte l’abolizione della moratoria degli studi medici, voluta come prova di forza data nella prima seduta post elettorale, per dimostrare che la nuova maggioranza erano loro e non ce n’era per nessuno. Pur se rilevante, la moratoria degli studi è poca cosa rispetto all’attacco alle pensioni.
Indebolire la pubblica Avs per favorire le assicurazioni private che gestiscono il secondo pilastro, è un’operazione che vede Cassis tra i registi, nel duplice ruolo di capo gruppo dei liberali e di presidente della Commissione santità e socialità. Introdurre il meccanismo automatico che ci farà lavorare fino a 67 anni dopo aver svuotato le casse dell’Avs, pure. «La CSSS-N - presieduta dal consigliere nazionale ticinese Ignazio Cassis (PLR) - al termine dell'esame del corposo dossier si è infatti espressa, con 12 voti contro 12 e con il voto decisivo del presidente, in favore del meccanismo d'intervento in due fasi nell'AVS». Recita la nota stampa ats. Sottolineamo «con il voto decisivo del presidente Ignazio Cassis».
L’ex medico cantonale occupa poi un’altra sedia di presidente, per nulla indifferente come potrebbe apparire. Curaviva è l’associazione che rappresenta 2'560 istituti di cura e istituzioni sociali con 119'000 residenti e occupa oltre 130'000 collaboratori (tempi parziali compresi) nel paese. Non si conosce nel dettaglio la retribuzione di Cassis quale presidente del comitato di Curaviva, ma si può immaginare che sia ben inferiore alla paga ricevuta dalle casse malattia. Cionondimeno, la federazione delle case d’anziani e d’invalidi ha un peso non indifferente, anche politico.
Nell’ambito della consultazione sul progetto di legge federale sulla parità salariale, Curaviva si era detta contraria a una legge più incisiva. Il motivo: la verifica della parità salariale negli istituti sarebbe costata «un giorno e mezzo di lavoro amministrativo». Poiché nessun indennizzo finanziario era previsto per il compito, Curaviva si è dichiarata contraria all’inasprimento della legge sull’eguaglianza. In altre parole, la realizzazione della parità salariale sancita costituzionalmente dal 1995 non vale una giornata e mezzo di lavoro.
Chi ha conosciuto Cassis quando era il medico cantonale, sostiene che fosse una persona sensibile alle necessità popolari, dei meno abbienti. La sua ascesa politica e professionale sempre più ben retribuita è andata di pari passo con il suo spostamento e condivisione degli interessi dei poteri economici.
Le politiche neoliberiste producono disastri umani e sociali. E sono uomini (e donne) in carne e ossa a praticarle, traendone anche dei benefici economici.
Anche questa è responsabilità individuale, signor Cassis.