Un B movie tragicomico, indecente, al quale occorre porre fine.
Per restituire la credibilità perduta delle istituzioni cantonali, per rispetto del personale dell’amministrazione cantonale che ogni giorno svolge il proprio lavoro con professionalità e coscienza, sarebbe ora che Paolo Beltraminelli tirasse le dovute conseguenze e si assumesse le responsabilità che gli spettano.
L’incredibile sequenza di violazioni alla legge delle commesse pubbliche accertata dal controllo cantonale delle finanze, le indescrivibili giustificazioni del ministro Paolo Beltraminelli di non avere avuto il “guizzo” di regolarizzare per tre anni consecutivi un mandato diretto milionario istigatrice di dumping salariale a 35 franchi, sarebbero già sufficienti per chiedere il conto politico.
Una vicenda che più avanza, mina profondamente la credibilità delle istituzioni cantonali nella popolazione, gettando pesanti ombre sul funzionamento dell’intera amministrazione pubblica, mentre tutto è riconducibile alla condotta irresponsabile di un solo capo dipartimento, di un capo divisione e di un capoufficio.
E ora il balletto delle versioni contrastanti, del “io non lo sapevo”, del “nessuno me l'aveva detto" di un responsabile politico lautamente pagato proprio per supervisionare il rispetto della legge all’interno del Dipartimento a cui il popolo gli ha affidato il mandato.
Chiunque abbia avuto a che fare con l’amministrazione cantonale, sa perfettamente quanto questa sia ligia nel chieder conto del rispetto delle procedure formali, vedi l’approvazione del Consiglio di Stato, prima di autorizzare delle spese.
E ora l’ultimo colpo di scena, quello dell’unico funzionario a rischio del posto di lavoro, ritrattare la pacifica ammissione che tutti gli attori coinvolti sapessero di aver violato le norme ripetutamente.
Quanto siano credibili e non frutto pressioni, e dunque ancor più inquietanti, queste ritrattazioni dell'ultimo minuto?
La popolazione ticinese merita rispetto, non pagliacciate alle quali sta assistendo.