Fermiamo Erdogan!

Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane.

 

Erdogan, il sultano della morte, sta per dare avvio ai suoi sogni d’espansione distruggendo i cantoni curdi nel nord della Siria.

Da giorni l’esercito turco sta ammassando mezzi e carri armati al confine con la Siria e l’allerta delle forze militari è stata portata al “massimo livello”.

Ieri il lancio di una settantina di missili sembrano essere il preludio dell’operazione di terra contro Afrin.

 

Proprio ora che crescevano le speranze che si avvicinasse la fine del terribile conflitto interno in Siria che da sette anni ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone e creato milioni di profughi. Solo pochi mesi fa Raqqa, la capitale del cosiddetto Stato Islamico (ISIS) è stata liberate da una coalizione internazionale che includeva le Forze Siriane Democratiche (costituite da forze curde e arabe).

Questo è stato l’inizio della fine di ISIS in Siria. Questa nuova situazione ha portato a un dialogo politico per una possibile soluzione di pace nella regione.

 

L’imminente attacco militare turco contro la città curda di Afrin sarà solo l’inizio di un altro sanguinoso conflitto. Negli ultimi cinque anni, le zone più sicure e stabili della Siria sono proprio le regioni che ora sono sotto l’amministrazione dei curdi, dei siriaci e dei popoli alleati nel progetto politico democratico del Rojava.

Uno di questi cantoni è Afrin, diventato dall’inizio un rifugio sicuro liberato dalla violenza. La città ha accolto un numero di sfollati interni pari alla propria popolazione originale. Una zona di pace ora seriamente minacciata dai soldati del neosultano Erdogan.

Gli attacchi dello stato turco contro Afrin, il Rojava e l’intera Siria del Nord sono un vantaggio per l’ISIS e altri gruppi Salafiti.

La Coalizione Internazionale contro l’ISIS deve prendere delle precauzioni in merito e deve impedire gli attacchi dell’esercito turco.

 

Chiediamo che le autorità elvetiche si adoperino all’interno della comunità internazionale affinché le devastanti ambizioni di Erdogan siano fermate immediatemente.

Erdogan rappresenta un pericolo non solo per le popolazioni della regione ma per l’umanità intera.