Graziano Pestoni, La privatizzazione della Posta Svizzera

«Ho visto gente che da un giorno all’altro è saltata, è andata in burnout, perché non ce la faceva più. Non si può mettere in croce continuamente le persone.»

 

Questa è la testimonianza di un ex dipendente postale, classe 1950, che ha vissuto tutta la trasformazione della Posta svizzera. Nel 1970 gli uffici postali in Svizzera erano 4100, nel 2016 1300. In futuro, secondo il Consiglio federale, potrebbero essere solo 127.

 

C’era una volta il servizio pubblico. Poi le parole d’ordine sono diventate: liberalizzazione, esternalizzazione, razionalizzazione, privatizza­zione. Meno qualità nel servizio, più sfruttamento sul posto di lavoro: è questo che i cittadini desiderano? Che fare di fronte a questi mutamenti? Accettare la privatizzazione galoppante o ripensare al ruolo dello Stato?


«In questo volume Graziano Pestoni illustra chiaramente e in modo convincente come le scelte di privatizzare il servizio pubblico postale e le loro modalità di attuazione nei vari paesi europei considerati dall’autore abbiano degradato la qualità di tale servizio e le condizioni di lavoro in questo ambito. L’analisi di Pestoni porta a concludere che l’unica soluzione ragionevole per evitare la distruzione del servizio pubblico postale e ridare lustro a questa attività importante per soddisfare l’interesse collettivo sia la sua rinazionalizzazione, che deve essere orientata al rafforzamento della coesione sociale.»

Sergio Rossi, professore ordinario di economia

«Graziano Pestoni, in un libro molto documentato, scritto in modo vivace e arguto, e animato da una forte componente di convinzione democratica e di giustizia sociale, analizza, nel contesto della contrapposizione tra globalizzazione (che nel suo aspetto negativo significa anche privatizzazione) e demondializzazione (con relativo rafforzamento degli Stati nazionali), un aspetto essenziale del servizio pubblico in Svizzera: la Posta. In questi ultimi decenni, essa è stata vittima del generale declino del servizio pubblico, intaccato nei suoi principi e quindi svalutato nell’opinione di molti dall’ondata privatistica di stampo reaganiano e thatcheriano. Da organo efficiente dello Stato federale, con un chiaro statuto pubblico, la Posta si è trasformata in un ente con mentalità affaristica, volto al profitto più che all’interesse di tutta la popolazione, comprese le fasce meno favorite.»

Diego Scacchi, presidente Associazione per la difesa del servizio pubblico

«L’utilità di libri come questo sta nell’analizzare in maniera chiara e comprensibile i violenti cambiamenti in atto nel mondo del lavoro e dunque nell’economia. Pestoni in questa impresa è riuscito alla grande, mettendo in relazione questi cambiamenti con il contesto politico e riassettando un po’ l’ordine delle cose. Questo apre e prepara le nostre menti alla creazione del futuro.»

Daniel Münger, presidente syndicom

«Come giovane mi rendo conto che il progresso tecnologico porta con sé dei cambiamenti. Possiamo coglierli come occasione per rafforzare la Posta, oppure come scusante per smantellarla. Pestoni chiarisce la differenza che intercorre fra mettere al centro le necessità di tutta la popolazione, quindi il servizio pubblico, e l’approccio nefasto di chi pensa solo al profitto.»

Fabrizio Sirica, sindacalista