UPC e No Billag: il derby neoliberista

di Nestor Buratti

 

All'improvviso tutto il Cantone diventò anti-liberista. È successo lo scorso 7 settembre, quando cioè la RSI ha comunicato che non avrebbe trasmesso, per la stagione 2016/2017, i derby di hockey tra Ambrì e Lugano. Una prima per la radiotelevisione pubblica che da tempo immemore trasmette l'amato evento sportivo. Una novità che ha suscitato un mare di polemiche e fiumi di parole sui social network nostrani. Eppure è la legge del mercato, applicata in questo caso ai diritti tv.

 

Quelli che credono nel mercato ma s'indignano per un derby di hockey non trasmesso dalla tv pubblica dovrebbero saperlo: i diritti di trasmissione sono andati a chi ha offerto di più, in questo caso la società privata UPC, la quale è libera di scegliere a chi cedere questi diritti a piacimento.

 

Detto ciò, dietro quella che potrebbe sembrare una banale polemica tutta ticinese sulla ritrasmissione (o meno) di una partita di hockey si nascondono ben altri interessi. Interessi che smuovono decine di milioni di franchi, come quelli fatturati annualmente da UPC. Ricordiamo che siamo (già) in piena campagna No Billag. E che, in un Cantone che nel 2015 ha manifestato alle urne il proprio malcontento verso la Società svizzera di Radiotelevisione (SSR), la vicenda del derby è stata sicuramente un buon preteso per indebolire il servizio pubblico.

 

Per capire perché occorre innanzitutto comprendere chi controlla UPC. Proprietario al 100% della società basata a Zurigo è infatti la multinazionale anglo-britannica Liberty Global che, nel 2005, aveva acquistato l'allora Cablecom. Liberty Global è il primo operatore di tv via cavo al mondo, come viene sbandierato sul suo sito Internet. Un gigante da 18 miliardi di dollari di fatturato attivo in una trentina di Stati. Il suo principale azionista è il miliardario americano John Malone, il più grande proprietario di terreni degli Stati Uniti. Nel 2013 la multinazionale ha comprato il suo principale concorrente, Virgin Media, per 23 miliardi di dollari. Tanto per capire di che colosso stiamo parlando. Seppur piccolino, il mercato svizzero è allettante: nel 2016 UPC ha infatti fatturato per 428,4 milioni di franchi. Ma è a partire da quest'anno che la società ha deciso di sparare le proprie cartucce. L'obiettivo: conquistare il mercato della pay tv.

Da settembre è operativo il canale sportivo a pagamento «MySports». È tramite questo vettore che verranno trasmesse le partite di hockey, tra cui i tanto discussi derby, i cui diritti sono stati acquistati alla lega svizzera di hockey mettendo sul tavolo qualcosa come 34,5 milioni di franchi a stagione.

 

Fino allo scorso anno, i diritti erano detenuti da Swisscom la quale aveva trovato un accordo con la RSI per permettere ai telespettatori ticinesi di visionare in chiaro i derby. Quest'anno, la trattativa intavolata dai vertici di Comano con UPC non è andata a buon fine. Il motivo: i soldi chiesti erano troppi. Un dramma per molti ticinesi, abituati da sempre a vedere in chiaro l'imperdibile appuntamento sportivo. Sul web scoppia la polemica: «Con tutto quel che spendiamo per la Billag, non è giusto» si è sentito dire da più parti. Ecco però che, il 22 settembre, per gli appassionati arriva una buona notizia. Una notizia per certi versi clamorosa: il derby di hockey verrà trasmesso gratuitamente da TeleTicino. La piccola emittente di Melide, presieduta dal senatore PPD Filippo Lombardi (che è anche presidente dell'Ambrì) esulta. Non si sa come ma, al contrario che i concorrenti di Comano, è riuscita a trovare un accordo con UPC. «L'offerta di TeleTicino rispecchia perfettamente le nostre idee e aspettative che sono state definite internamente quando sono iniziate le trattative e sono state già espresse in pubblico qualche tempo fa. In conclusione, TeleTicino ci ha sottoposto un’offerta più attraente per la trasmissione dei derby ticinesi». L'offerta definita più attraente sembrerebbe essere di 125'000 franchi contro l'1,8 milioni chiesti alla SSR. D'altronde UPC è uno dei cinque azionisti di Teleticino di cui detiene il 9,09% delle azioni. In pratica la società americana ha trovato il modo di vendere il derby in parte a sé stessa, dopo aver preso in giro la tv pubblica e i tutti gli appassionati di hockey ticinesi.

 

È evidente che Liberty Global ha tutto l'interesse a voler distruggere il servizio pubblico elvetico per modificare il panorama televisivo a colpi di pay tv e garantendosi al contempo lo spazio pubblicitario lasciato libero dall'auspicata scomparsa della SSR. Il tutto proprio in un contesto in cui la possibilità di eliminare l'esistenza stessa del servizio pubblico non è mai stato così tangibile: basterebbe che il 4 marzo prossimo venisse accettata l'iniziativa detta No Billag ed ecco che si creerebbero quelle ampie praterie pronte a essere conquistate dai cowboy della Liberty Global.

 

Per far valere le proprie argomentazioni in Parlamento ecco poi che UPC ha potuto beneficiare dell'aiuto di un politico d'«eccezione»: il consigliere nazionale ticinese leghista Lorenzo Quadri. Come scoperto dal portale Gas.social, l'acerrimo nemico della Rsi e fautore della No Billag, ha infatti fornito un lasciapassare per la sala dei Passi perduti a Jürg Aschwanden, responsabile delle relazioni pubbliche per UPC. Ricordiamo che ogni parlamentare ha diritto a distribuire a piacimento due di questi lasciapassare. C'è chi lo offre a un collaboratore o a un famigliare, chi a un sindacato o a un'Ong; molti lo offrono a organizzazione lobbiste come Economiesuisse o l'Unione svizzera di arti e mestieri.

 

Lorenzo Quadri, sedicente difensore dei ticinesi, ha invece pensato bene di offrirne uno (l'altro lo ha offerto a un rappresentante di Sunrise) al rappresentante di una multinazionale anglo-americana. Un gruppo privato straniero che ha tutto l'interesse a eliminare, o per lo meno a ferire gravemente, la radiotelevisione pubblica. Ossia uno dei più importanti datori di lavoro di qualità in Ticino. Il tutto proprio durante la sessione delle Camere federali in cui il tema della No Billag e il dibattito sul futuro dell'ente radio-televisivo erano all'ordine del giorno. Non è un caso quindi se, come rivelato dallo stesso Gas.social, sul Mattino sono poi piovute paginate di pubblicità da parte di UPC.

 

Che la Lega fosse la testa di ponte in Ticino per chi, oltre Gottardo, vuole distruggere per il proprio tornaconto finanziario e politico la SSR era cosa ormai nota.

Che lo facesse prostituendosi liberamente è un fatto che fa rabbrividire.

 

 

Quaderno 13 / Dicembre 2017