di Diego Parrondo Montón
Una settimana fa al cinema Lux è stato presentato il documentario Wilkommen in Der Schweyz della regista Sabine Gisiger. Questo documentario racconta le ultime vicende di un paese Oberwil-Lieli, Canton Argovia.
Per evitare di accogliere i 6 rifugiati assegnati dal Cantone hanno deciso di demolire una struttura pubblica comunale, così che non ci fosse un luogo dove ospitarli e preferito pagare la multa di 250.000 fr (con denaro pubblico).
Andreas Glarner il sindaco UDC di questo bello e incontaminato paesino sosteneva che questi 6 rifugiati avrebbero distrutto la quiete e compromesso l’identità del paese.
È riuscito a inoculare il germe della paura fra i suoi abitanti con fotografie che presentavano rifugiati come dei terroristi e dei ladri alle sedute comunali.
Ma tutta questa paura, per 6 rifugiati in un municipio con 2100 abitanti è priva di fondamento. Il signor Glarner visto la sua mancanza d’integrità com’essere umano ha preferito fare campagna politica per guadagnare qualche voto in maniera disonesta. Cioè, inventarsi un problema e fare opposizione per poi vincere. Molto facile lottare contro sei rifugiati, molto facile lottare contro delle donne senza risorse, contro degli uomini di pelle nera indifesi o ancora più facile contro un paio di bambini africani.
Tutti sappiamo che quando il germe della paura entra nel corpo uno smette di pensare e vuole solo correre, proteggersi. Ma in questo caso per i cittadini di Oberwil-Lieli non c’era nessun pericolo, nessuna reale paura, nessuna guerra, anzi, gli unici che avevano veramente paura erano le persone che dovevano arrivare.
Facciamo due calcoli veloci per riflettere ancora un poco: questi rifugiati se fossero stati accolti nell’integro e puro paesino, avrebbero rappresentato lo 0.28% della popolazione. I costi di mantenimento, dati dal Canton Ticino, ammontano a 46.40 fr al giorno per rifugiato, ma siccome stiamo ipotizzando e noi le persone vogliamo accoglierle bene e vogliamo che abbiano servizi adeguati, avremmo destinato 120 fr. a persona. Quindi 120.- per i 6 rifugiati teoricamente accolti sono 720.- al giorno. Divisi fra la popolazione del paese (2'100 abitanti) fanno 34 centesimi di franco per cittadino. Solo 34 centesimi di franco al giorno per accogliere come si deve questi ESSERI UMANI.
Ma a Oberwil-Lieli non sono disposti a pagare tutti i giorni una cifra cosi alta per delle vite umane. Fanno molta fatica i suoi 300 milionari, il 14,2% della popolazione del paesino e non si possono fare questi sprechi con i giorni che corrono.
Oberwil-Lieli non è l'unica macchia nera nel territorio elvetico, è un esempio per capire le politiche d'accoglienza di molti comuni e dei loro votanti, tanti di questi anche in Ticino.
I cittadini che hanno deciso di chiudere la porta a esseri umani con lo statuto di rifugiato, quando si alzano la mattina e si guardano allo specchio dovrebbero provare vergona, vergogna per essere nati in questa parte del mondo e di non voler condividere l’opulenza di cui hanno goduto sin dall’infanzia. I cittadini che guardano i propri figli giocare liberi e mangiare tutti i giorni ma che tolgono il pane di bocca a altri bambini che valori pretendo trasmettere?. I cristiani come il sindaco Glarner che pensano di andare in paradiso facendo proprio il contrario di quello che predica il loro credo sono l’esempio del populismo, l’ipocrisia e l’egoismo.
Bisogna unirsi per evitare che la mentalità vincente di Oberwill-Lieli infesti la terra che vogliamo lasciare ai nostri figli. Bisogna educare per imparare a vedere il mondo e il sistema senza nessun velo, ed evitare cosi che il germe della paura invada il nostro essere……umano.