Invalidi trattati come terroristi

Quaderno

 

 

È tipico della nostra società neoliberale di prendersela con i più deboli. Non per niente uno dei temi preferiti da C. Blocher e dall’UDC è quello della lotta ai «falsi invalidi».

In questa stucchevole crociata siamo ora arrivati addirittura al grottesco.

Ieri anche il Consiglio Nazionale, come già recentemente il Consiglio degli Stati, con la complicità anche dei due senatori ticinesi, ha deciso di fornire tutta una serie di mezzi investigativi a chi si occupa di scovare questi «falsi invalidi». Tra questi c’è addirittura la possibilità, senza che il soggetto lo sappia (anche se alla fine è stato perlomeno accettata la clausola che deve esserci l’accordo di un giudice) dell’istallazione di un GPS per controllarne i movimenti.

 

Fondamentalmente non ci sarà più nessuna differenza tra quanto previsto per sorvegliare le persone sospette di terrorismo o questi «falsi invalidi».

 

E tutto ciò perché la perdita per l’assicurazione invalidità sarebbe di circa 6 milioni all’anno!

 

Niente, confrontato ai miliardi che perdiamo per l’evasione fiscale (protetta dagli stessi politici che han deciso queste misure), tralasciando poi di commentare che il vero abuso nel settore dell’invalidità è quello dei datori di lavoro, che per risparmiare, quando un lavoratore non è più sufficientemente produttivo, lo obbligano a tentare di andare in invalidità.

 

Ma appunto in questa nostra società ormai si continua a essere forti con i deboli, ma molto, molto deboli con i forti.

 

 

Quaderno 14 / febbraio 2018