Riforma fiscale: ci stanno ingannando e ricattando

Fabrizio Sirica Partito Socialista

 

Il 29 aprile saremo chiamati a votare sulla riforma fiscale. Dovremo decidere se respingere o accettare gli ennesimi sgravi fiscali a favore dei ricchi e delle grandi aziende. È importante precisare da subito un concetto chiave: chi parla o scrive di “riforma fiscale e sociale”, ci sta ingannando e ricattando.

Un atteggiamento non soltanto politicamente ed eticamente discutibile, ma addirittura lesivo del principio costituzionale della libertà di voto!

 

Andiamo con ordine. Nel messaggio governativo il Consiglio di Stato aveva legato una riforma fiscale ad una di natura sociale con una “clausola ghigliottina”, ossia una clausola che prevedeva che la messa in vigore di una riforma fosse vincolata all’accettazione dell’altra. Un modo di agire che una sentenza del Tribunale Federale, in un caso analogo, aveva portato all’annullamento di una votazione prevista nel Canton Neuchâtel poiché non rispettava né l’unità della materia né il principio della libertà di voto. Sulla base di queste osservazioni in Ticino è stata fatta retromarcia, è stata tolta la clausola ghigliottina e slegate le due riforme. Il parlamento le ha approvate separatamente e solo su quella fiscale è stato fatto referendum. Le misure sociali sono state giudicate importanti da tutto l’arco parlamentare e non sono state messe in discussione da nessuno.

 

Votare senza ricatto. Questo aspetto potrebbe sembrare un cavillo di natura giuridica, invece sarà un elemento centrale che per correttezza andrebbe sempre ribadito durante la campagna, anche da parte dei media, perché ne va del rispetto dei diritti dei cittadini. Se si sono dovute slegare le due riforme è perché i cittadini hanno il diritto, il 29 aprile, di votare la riforma fiscale senza condizionamenti, senza il ricatto delle misure sociali. Lo ha stabilito il Tribunale Federale, non il sottoscritto. Chiunque per fare campagna a favore degli sgravi vi parlerà di conciliabilità lavoro famiglia, di asili nido, di assegni per la nascita dei figli, vi starà ingannando. Chiunque scriverà “riforma fiscale e sociale”, vi starà condizionando, ledendo il vostro diritto di votare liberamente su un oggetto.

 

L’accordo di palazzo. La controparte mi risponderebbe che è stato fatto un “accordo politico”. Questo presunto accordo di palazzo, irrispettoso dei diritti fondamentali dei cittadini, prevedrebbe che qualora la riforma fiscale venisse affossata alle urne il 29 aprile, il Consiglio di Stato tornerebbe in parlamento per far abrogare le misure sociali. A mio modo di vedere uno scenario assolutamente irrealistico. Pensate che i parlamentari, a pochi mesi dalle elezioni, annullerebbero quella riforma sociale che vogliono tutti, sindacati e imprese, destra e sinistra? Io penso di no e il Presidente e deputato PPD Fiorenzo Dadò me lo ha confermato, quando durante la nella trasmissione televisiva “Piazza al Corriere” ha affermato “se dovesse essere bocciata la riforma fiscale, noi la riforma sociale la riteniamo valida ed evidentemente continueremo a sostenerla”.

 

Non facciamoci ingannare. Non facciamoci ricattare. Gli ambienti borghesi hanno messo in piedi questo ricatto perché sanno che a chiederci di regalare nuovamente soldi ai ricchi e alle imprese, la popolazione avrebbe risposto un sonoro no! Ed è quel che dovremo fare!