Struzzi socialisti

di Damiano Bardelli

un semplice cittadino, simpatizzante di sinistra

 

Ieri, sul sito della sezione del PS di Lugano, Cristina Zanini ha aperto un interessante dibattito su temi attuali e spinosi per la sinistra ticinese.

Prendendo spunto da un mio post apparso su twitter alcuni giorni fa, la municipale socialista riassume in sette punti le ragioni del successo della Destra e il calo costante del PS non solo nella sua città, ma più generalmente in Ticino.

Visto che mi sento preso in causa personalmente e che molti di questi argomenti mi sembrano problematici, mi permetto di rispondere.

Purtroppo, gli spunti sollevati dalla signora Zanini confermano una tendenza che vediamo all’opera da diversi anni nel PS, in particolare nella sua ala liberale (o “bertoliana”), il cui feudo principale, come è noto, è proprio la sezione di Lugano. In sostanza, questi “baroni” e “trafficoni” che hanno scalato le gerarchie del partito preferiscono rigettare le cause dei loro insuccessi sugli altri, anziché chinarsi con occhio critico sulle scelte politiche che hanno portato avanti in questi ultimi trent’anni.

 

Il testo della signora Zanini è un caso da manuale: il PS arretra perché la Lega “ha sdoganato la politica ‘all’italiana’” (argomento tra l’altro molto internazionalista), “siamo in tempi avversi”, “essere corretti e preparati non è pagante”, il PS è “controcorrente” rispetto a un Ticino chiuso, “siamo spaccati”, “siamo ancora un cantone con radici contadine e senza una tradizione urbana”… Insomma, per riassumere: “è tutta colpa della Lega (come al solito), della congiuntura negativa e degli altri partiti di sinistra che non ci sostengono in modo acritico. Noi siamo troppo bravi, corretti e preparati per questo popolo di contadinotti”.

 

Nessuna domanda quindi sul perché in quarant’anni i risultati della sinistra in Ticino siano evaporati come neve al sole, passando dal 25% del 1979 (somma di PST, PSA e PdL) al 13% delle ultime cantonali (somma di PS e MPS-PC). La signora Zanini vuole forse farci credere che in questo periodo il cantone sia diventato sempre più rurale? E se invece le ragioni fossero da cercare nelle scelte politiche intraprese dal PS, in particolare quello di Lugano, in questi ultimi trent’anni?

 

Citando la questione della riforma fiscale portata avanti dal governo ticinese, la signora Zanini auspica che il PS dia “valore a posizioni più pragmatiche e moderate”. È chiaro a tutti che da quando non c’è più il PSA, i socialisti ticinesi hanno continuato a spostarsi sempre più a destra, abbracciando un “pragmatismo” e una “moderazione” dal retrogusto liberale. Se questa fosse davvero la soluzione, i risultati dovrebbero continuare a migliorare. E invece peggiorano, senza sosta. Se poi si guarda all’esempio degli altri partiti socialdemocratici europei che hanno seguito la stessa via (si pensi al PS in Francia, alla SPD in Germania, al PD in Italia, ai Laburisti in Olanda…), c’è poco da stare allegri. E se la soluzione fosse invece una riscoperta degli ideali del socialismo in un’ottica del XXI secolo, come fatto dai Laburisti in Gran Bretagna, guidati da Jeremy Corbyn?

 

Va riconosciuto che la signora Zanini ha ragione su due cose: la sinistra, per rilanciarsi, deve tornare a lavorare sul territorio e deve darsi una formazione storica e politica. Ma devo dire che ho qualche dubbio che la soluzione al primo problema sia semplicemente di tornare a frequentare “concerti di banda, attività sportive popolari e feste di paese”, e che il secondo vada affrontato con atteggiamento paternalista (“ne hanno bisogno soprattutto i giovani”). Da qui la mia proposta: e se a sinistra si uscisse dalla logica del “cretinismo parlamentare”, smettendola di essere attivi solo in ottica elettorale e istituzionale, e si lavorasse per costruire un movimento politico di alternativa, che consideri i giovani come una risorsa e non come una massa incolta da indottrinare?