Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario

Gioventù Biancoblu * Curva Sud Ambrì

 

Dopo aver letto su laRegione di mercoledì 21 marzo 2018 le dichiarazioni del procuratore pubblico Nicola Respini, non ce la facciamo proprio a restare zitt*. Ci permettiamo quindi qualche osservazione:

  • Cominciamo dalla prevenzione. Proprio non capiamo cosa ci sia di preventivo in una simile azione di forza a due mesi dai fatti. Ci permetta di sottolinearlo, signor procuratore, ma quel cancello non andava lasciato aperto, se l’intento era quello di un’azione preventiva. Se aveste voluto davvero agire preventivamente, avreste dovuto farlo quel giorno, a cominciare dalla valutazione del rischio per la partita. Le ricordiamo, se le fosse sfuggito, che preventivo significa “prima dell’evento”.

 

  • Continuando, al riguardo dei clamorosi ritrovamenti nelle abitazioni. Ma è serio quando afferma che un tirapugni, qualche bastone(!) e qualche fumogeno, giustificano un’azione del genere? Suvvia signor procuratore, non prendiamoci in giro. Finora le sole cose clamorose sono le vostre giustificazioni.

 

  • Riguardo alla collusione, all’inquinamento delle prove e all’operazione congiunta. Che novità, signor procuratore, scoprire che la gente usa “uatsap”, comunica, si informa. Al giorno d’oggi, ebbene sì, esistono le “ciat” e spesso si comunica così. Lei non è iscritto a nessuna lista? Non usa un telefono “intelligente”? Di fronte a situazioni di tensioni e di pericolo non avviserebbe un amico, un famigliare, una collega? Collusione e inquinamento delle prove, sì certo… a due mesi dai fatti, avvenuti in una pista di hockey, sotto gli occhi di spettatori e telecamere, non le suona perlomeno strano? D’altronde come la mettiamo per gli altri casi? Per i risedenti oltralpe basta la letterina? E i residenti all’estero? E quando parla di un elevato numero di indagati (17, che ha giustificato l’operazione), ritiene quindi che i restanti (23 suppergiù) siano pochi? E da ultimo: ma non doveva mica essere un’operazione di polizia congiunta? Ma congiunta con chi, come e dove? O dobbiamo spiegarvi anche l’etimologia di congiunta, signor procuratore?

 

  • Cosa vuol dire che qualcuno si è reso irreperibile, signor procuratore? Non avendo ricevuto preavviso della vostra (s)gradita visita, cosa vi aspettavate? Uscire di casa all’ora che meglio si crede è ancora un diritto, o no?

 

  • Le ricordiamo inoltre, che la donna lucernese rimasta ustionata, è stata ferita in seguito al lancio di una torcia accesa indisturbatamente nel settore ospiti e lanciata sulla tribuna soprastante. Almeno lei, che dovrebbe essere a conoscenza dei fatti, abbia l’accortezza di raccontarli nel modo giusto, per favore.

 

  • La ringraziamo inoltre per le sue parole di incoraggiamento e per aver riconosciuto che “ci siamo comportati bene” e che “anche i familiari hanno prestato la massima collaborazione”. Ci teniamo però a dirle, visto che l’abbiamo vissuto sulla nostra pelle, che c’è dell’altro: di fronte a tale spiegamento di forze, alle sei del mattino, quando normalmente le famiglie si svegliano e i bimbi si preparano per andare a scuola o all’asilo, il vostro intervento ha spaventato e intimidito i diretti interessati e le loro famiglie. Questa non è collaborazione, signor procuratore, ma salvaguardia di noi stessi e di chi ci era vicino, dato che taluni degli agenti impegnati nell’operazione non si sono risparmiati in minacce, ricatti e pressioni. Tanto per dirne una, un giovane in polizia quella giornata ci è rimasto dalle 7 del mattina fino alle 5 di pomeriggio. Ma c’era il pericolo di collusione e un paio di fumogeni, un pericolosissimo tirapugni e qualche bastone (!!!) ritrovati, certo. Certo, signor procuratore…

 

  • Leggiamo inoltre, dal sito della RSI che la polizia sostiene che gli scontri con i losannesi e poi con la polizia(!) sono avvenuti a stadio già vuoto, con nessuna presenza di pubblico. Ma chi volete prendere in giro? Ci sono decine di testimonianze che asseriscono il contrario. Giocare questa carta sarebbe una vigliaccata bella e buona, sapendo che il nostro intervento ha permesso di ricacciare i tifosi del losanna nel loro settore, per poi in seguito, essere noi stessi cacciati a manganellate, a spray al pepe e a proiettili di gomma. Chieda al responsabile “operaio capo di nessuno” anti-hooligans Crotta che effetto fa picchiare in testa la gente a terra con un manganello telescopico.

 

  • Aggiornamento dell’ultimo minuto! E proprio per non smentirsi, seppur con 10 giorni di ritardo ecco che stamane (22 marzo) arriva la seconda parte dello spettacolo mediatico, così potranno sostenere di non fare delle discriminazioni (almeno tra tifosi biancoblu chiaramente..). Nel secondo atto di questa pagliacciata i nostri prodi mettono in scena una nuova operazione di polizia nelle case di alcuni compagni di curva GGN. Alle 6 di mattina con la stessa modalità, anche se la cosa era ormai arcinota e risaputa. Vedremo quando lo spettacolo continuerà anche nel canton Vaud e in quel della…Germania.

 

Signor procuratore, ci sembra davvero tutta una grande farsa. E la sentiamo in difficoltà. Non le sembra di prestarsi a giocare la parte del ridicolo, non troppo a suo agio, perché ormai il danno è fatto e non si sa più bene che pesci pigliare? E allora al posto di tacere, ritenete più credibile rilanciare (imbaraz tremend imbaraz), cercando una volta in più di manipolare/distorcere quello che è stato il corso degli eventi. Il signor Gobbi, dal canto suo, dopo quasi una settimana di sproloqui, è riuscito finalmente a zittirsi (Ah già, che scemi! Che non è mica lui che ha diretto il tutto… Ma fino ad ora, quindi parlava a sproposito?).

E chiaramente, ma anche qua di dubbi non ne abbiamo mai avuti, la stampa ci abbocca e scrive, scrive, scrive,… ma per ora le domande davvero scomode nessuno le pone.

 

Grazie per l’attenzione e scusate un’altra volta se ci permettiamo di intervenire e di ribadire le nostre ragioni. Sappiamo bene che lassù ci preferireste saggi, ubbidienti, silenziosi, composti. Un po’ critici, magari. Ma non troppo, però! Che certe cose, non sta bene contestarle.

 

Ne approfittiamo inoltre per ringraziare chi ha portato solidarietà a tutte le persone toccate da quella giornata, dai diretti interessati ai famigliari, alle compagne e amici. E anche coloro che, nelle curve e nelle strade, si sono espressi pubblicamente contro le nuove leggi e “l’operazione congiunta”. Sono battaglie da combattere su più fronti! In particolare ringraziamo coloro che martedì hanno cominciato la partita fuori con noi, quelli che hanno scritto nei blog e nei social, che ci hanno telefonato, così come la tanta “gente comune” che ci ferma per chiederci preoccupata: “ma cosa le dré a süced?”. Gli amici, i colleghi e i famigliari sempre comprensivi. E infine le nostre amicizie di curva: Pisa, Cava e Berlino.

 

Il giochetto del potere è possibile smontarlo anche grazie alla solidarietà, agli attestati d’affetto, alle testimonianze, all’indignazione e alla preoccupazione popolare, così come all’unione d’intenti. Perché è l’unione che ci rende più forti. Prossime azioni seguiranno. Intanto, ci vediamo giovedì alla Valascia.

 

Più forti di chi ci vuole morti!