Riforma fiscale: anche il governo vuole imbrogliarci

di Red

 

Anche il CdS si unisce alle menzogne portate avanti da PPD, PLR e Lega.

Dall' opuscolo informativo pubblicato sul sito del Cantone sulla votazione cantonale del 29 aprile 2018 si legge:

Le argomentazioni di Governo e Parlamento:

Un “patto sociale” a favore delle famiglie, dei contribuenti e delle aziende: Le modifiche fiscali sono parte integrante di un insieme equilibrato di misure di carattere fiscale e sociale (“Riforma cantonale fiscale e sociale”) approvate all’unanimità dal Governo e da oltre il 70% dei membri del Gran Consiglio. Tale impostazione è stata definita un “patto sociale” basato sul principio della “simmetria dei vantaggi”. A beneficiarne saranno infatti diverse fasce della società: famiglie, contribuenti oggi maggiormente penalizzati e aziende. In considerazione della chiara volontà espressa dal Parlamento, se una delle due componenti, fiscale o sociale, dovesse venire a mancare anche l’altra non potrà essere messa in vigore.

 

È per questo motivo che, come riportato ieri dalla RSI, il sindacato Unia sta valutando l'ipotesi di fare ricorso.

 

Anche se giuridicamente le due riforme sono separate (come devono essere secondo una sentenza del Tribunale Federale) il governo le ripropone unite nell'opuscolo informativo che verrà inviato a tutti i ticinesi.

 

Appare evidente che il Governo sta facendo di tutto per disorientare gli elettori, lasciando credere che la riforma fiscale sia correlata a quella presunta sociale e che la non accettazione dell’una comporti automaticamente la mancata entrata in vigore dell’altra. Un inganno che va smascherato e che impedisce la libera espressione del voto da parte dei cittadini su un tema centrale come quello della riforma fiscale.

 

Una situazione inaccettabile figlia non di un patto sociale ma di un torbido accordo di palazzo siglato contro gli interessi dei cittadini che si vorrebbe ora imporre alla popolazione. Una situazione che merita di essere analizzata da un tribunale!