Riforma fiscale: l’ora dell’indignazione

Jessica Bottinelli Verdi del Ticino

 

Saremo presto nuovamente chiamati alle urne e con il mio scritto voglio invitarvi alla disobbedienza civile e all’indignazione perché delle frottole e delle mezze minacce che abbiamo sentito in questi mesi pre-campagna non ne possiamo proprio più.

Ci dicono che la riforma sia vitale per trattenere e attirare grandi capitali e grosse aziende, ma delle ricadute sulle famiglie di questo cantone non parla nessuno. Disobbedite quindi a questo ministro dell’economia che si occupa solo di grandi aziende e di facoltosi ricconi infischiandosene delle sorti delle famiglie ticinesi!

 

Disobbedite a questo Consiglio di Stato che ci minaccia velatamente. Disobbedite ai partiti che avete sempre votato e fermatevi un attimo a guardare la realtà di questo nostro Ticino che sta andando a rotoli. Disobbedite a chi, nascosto dietro cifre ben imbellettate, vuole farci credere che le persone in assistenza, il tasso di povertà e disoccupazione non siano aumentati. Disobbedite a questa cultura del NO non si può cambiare.

 

Ma non solo! Vi esorto anche ad indignarvi di fronte a chi vuole farci credere che questa riforma abbia sia davvero legata a degli aspetti sociali. Indignatevi quando vogliono darci da bere che con 3'000 franchi a neonato i problemi dei genitori ticinesi miracolosamente svaniranno. Indignatevi perché oggi il Ticino ha un saldo negativo per quanto riguarda i residenti tra i 24 e i 39 anni, in parole povere significa che i giovani fuggono da dove non hanno futuro e lavoro. Indignatevi perché le donne guadagnano il 16% in meno degli uomini. Indigniamoci perché se non lo facciamo ora andremo a finire come il Canton Lucerna che ha accumulato oltre 250 mio di debiti a causa di una riforma simile.

 

La situazione economica di questo cantone non fa altro che peggiorare. Non voglio convincervi con le cifre o con le statistiche. Fate un rapido sondaggio tra amici e parenti: quanti negli ultimi anni hanno perso il lavoro, sono finiti in assistenza, lavorano a tempo pieno ma non possono permettersi nessun extra? Questa è la realtà vera, quella delle persone e quella delle famiglie, non il gioco di cifre che ci lava il cervello ripetutamente sui giornali, a suon di grafici e cifre complesse.

 

La politica deve rimettere le persone al centro e non più solo l’economia e una parte di classe aziendale che sta mettendo in ginocchio i residenti, costretti ormai ad accettare salari da fame e condizioni lombarde. Questa riforma non va accettata, dobbiamo disobbedire e indignarci e rimettere le persone al centro del discorso.