Stavamo solo mangiando una pizza…

di Enrico Borelli

 

Hanno dell’incredibile le dichiarazioni rilasciate dai dirigenti di Philipp Plein a margine di un controllo in azienda effettuato martedì sera dall’Ufficio dell’ispettorato del lavoro. Erano passate le 23.00 e diversi dipendenti erano impegnati al lavoro.

Ma si sa Lugano a quell’ora offre poco in materia di ristorazione…si sono giustificati in modo goffo i dirigenti dell’azienda.

 

Dichiarazioni semplicemente grottesche, che potrebbero favorire una bella risata se ci trovassimo in un periodo carnascialesco. E invece riflettono purtroppo la situazione che vivono i salariati nel nostro mercato del lavoro dove sempre più spesso i più elementari diritti vengono sacrificati sull’altare del profitto conseguito dalle aziende. Dichiarazioni che per parte nostra dovrebbero indurre tutti ad una serie di riflessioni.

 

Questa triste vicenda evidenzia come i salariati siano chiamati ad operare in un contesto privo di diritti e siano esposti ad abusi di natura legale e contrattuale. Una situazione che si moltiplica giornalmente sui luoghi di lavoro, e come abbiamo visto, porta sul fondo ad una vera e propria banalizzazione degli abusi e a subordinare l’applicazione ed il rispetto della legge sul lavoro agli interessi aziendali. Una situazione inaccettabile in uno stato di diritto! Ma è così che oggi funzionano le cose in Ticino.

 

Mancato rispetto dei piani di lavoro, ore straordinarie non retribuite, lavoro notturno imposto in assenza delle necessarie autorizzazioni, estrema precarizzazione e flessibilizzazione delle forme di impiego sono il risultato di politiche aziendali estremamente aggressive che vengono imposte in modo unilaterale e che ledono la dignità delle persone e dei salariati oggi derubricati a forza lavoro da spremere come un limone. È questo il frutto di 30 anni di politiche liberiste che hanno profondamente destrutturato il nostro mercato del lavoro, che hanno eroso i diritti dei salariati, che hanno creato povertà ed esclusione, favorendo la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi e crescenti diseguaglianze sociali.

 

In questo contesto sorprendono fino ad un certo punto le dichiarazioni dei rappresentanti dell’autorità comunale di Lugano che si sono affrettati a rilasciare dichiarazioni di sostegno a favore «degli amici» e a specificare che l’intervento di controllo effettuato dall’Autorità non sia da ascrivere alla Città di Lugano. Una sorta di excusatio non petita tesa a non indispettire l’affermato imprenditore tedesco che suona però come una sorta di abdicazione e di resa nei confronti dei compiti che l’Autorità dovrebbe assolvere, e tra questi vi è anche quello del rispetto del quadro legale da parte di tutti.

 

Per parte nostra noi, continueremo ad indignarci di fronte a queste situazioni e a batterci per contrastare gli abusi subiti dai lavoratori e difendere la dignità ed i diritti di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, perchè le nostre vite valgono di più rispetto ai loro profitti !