di Graziano Pestoni
Manuel Macron il presidente francese, ni de droite - ni de gauche, dopo aver soppresso molti diritti dei lavoratori e delle lavoratrici con la modifica della legge su lavoro, ha ora deciso privatizzare le ferrovie francesi e di sopprimere lo statuto dei ferrovieri.
La motivazione è sempre la stessa. La riforma sarebbe indispensabile per “migliorare i servizi”, ha affermato il ministro dei trasporti Elisabeth Borne.
In realtà Macron sta tentando di fare quello che suoi predecessori non sono riusciti a fare, anche approfittando del disorientamento e della debolezza della sinistra francese: distruggere la SNCF, le ferrovie pubbliche, che offrono un servizio di alto livello, e offrirle ai privati, i quali si limiteranno alle linee redditizie. Ciò provocherà un peggioramento del servizio, come è successo in altri Paesi, come in Gran Bretagna e in Germania. Ma a Macron, la qualità del trasporto su ferrovia evidentemente non interessa. Né tanto meno interessa all'Unione europea, le cui direttive comunitarie esigono la privatizzazione dei trasporti ferroviari di tutti i paesi membri entro il 2020.
La sua proposta questa volta sta però incontrando grandi e sorprendenti opposizioni. Tutti i sindacati, e in Francia ciò succede di rado, CGT,SUD, CFDT, UNSA sostengono lo sciopero. Due giorni alla settimana, per tre mesi. Ieri era il caos. La maggioranza dei treni era soppressa, anche perché il 77% dei macchinisti era in sciopero. Intanto anche gli studenti e altre categorie professionali stanno protestando.
È presto per prevedere come andrà a finire. L’inizio è però promettente e se gli scioperanti riusciranno, come è già successo in passato, a convincere la popolazione che non stanno difendendo solo le loro condizioni di lavoro, ma anche un prezioso servizio ai cittadini, per Macron non sarà facile imporre la sua scandalosa riforma.