Centri medici e l'esplosione dei premi di cassa malati

di RedQ

 

Tutti hanno ormai ricevuto da diverso tempo le cattive notizie sull’aumento, anche questa volta attorno al 5%, dei premi di cassa malati per il 2018 e l’incavolatura nella popolazione è generale.

 

Per cercare di calmare lo scontento popolare, media e padroni del vapore, in questo caso soprattutto i managers strapagati delle varie casse malati, ci appioppano una serie di pseudo spiegazioni, che non sono neanche delle mezze verità, ma fondamentalmente delle bugie.

 

Prima di tutto ci si dice che l’aumento dei premi rispecchia semplicemente la crescita dei costi della sanità. Peccato che negli ultimi 20 anni i premi (per una serie di distorsioni insite nella LAMal e che ci si guarda bene dal voler correggere) sono aumentati in media il doppio rispetto ai costi generali della salute. L’altra spiegazione vorrebbe farci credere che il tutto è dovuto al fatto che in Svizzera si va troppo facilmente dal medico: ora tutte le statistiche internazionali dicono che ciò è falso, in quanto i dati svizzeri sono al di sotto della media dei paesi dell’OECD. E così di seguito.

 

Ciò di cui si cerca di non parlare è invece dell’aumento impressionante del costo dei farmaci, su cui riferiamo in un altro articolo in questo numero dei Quaderni, o del fatto che se i ricchi anche da noi pagassero per la salute quanto essi dovrebbero pagare se vivessero in Francia o in Germania, grosso modo il 60% di coloro che non ricevono sussidi (quest’ultimi sempre decrescenti) pagherebbero dei premi che sarebbero solo la metà di quanto debbano fare oggi. Ciò perché da noi i premi sono uguali per tutti e ogni studente di economica sanitaria impara che un sistema che prevede l’accesso universale e obbligatorio di tutti alla sanità, può essere equo solo se chi più ha, più paga. Questi studenti imparano un’altra verità: se si vuole paragonare la sanità a un mercato, questo risulta trascinato non dalla domanda, come sono i mercati «normali», ma bensì dall’offerta, ciò che spiega perché l’aumento della concorrenza in questo caso fa sempre e solo aumentare i costi. Ciò che capita, come dimostrato da molti studi scientifici, anche per ogni privatizzazione del sistema.

 

Quanto sta attualmente capitando in Ticino dimostra con tutta evidenza quanto stiamo affermando. Tutti sanno che la spesa sanitaria sta aumentando, anche per l’evoluzione naturale della medicina, soprattutto nel settore ambulatoriale. I giovani medici hanno sempre meno voglia di aprire uno studio singolo o di riprendere quelli di colleghi che si ritirano, già perché non sono più disposti a un impegno molto importante dal punto di vista del tempo, senza il quale il rischio finanziario che si assumono diventa troppo importante. Inoltre oggigiorno la medicina diventa sempre di più un’attività multidisciplinare, per cui risulta frustrante l’idea di passare 30 anni della tua vita professionale da solo nel tuo studio medico.

 

La soluzione ideale, anche dal punto di vista dei costi per la comunità, sarebbe quella dei poliambulatori gestiti dall’EOC, ciò che aveva tra l’altro richiesto a gran voce a suo tempo il PSA, ma di cui la maggioranza borghese non ha mai voluto sentir parlare. E come volevasi dimostrare, ecco che il privato ne approfitta. Ai quattro angoli del cantone investitori privati stanno facendo sorgere una miriade di centri medici multidisciplinari, e ciò sicuramente non a scopo di beneficenza! Al di là dell’immoralità di voler trasformare la salute in una merce qualsiasi, queste iniziative non potranno che contribuire in un mercato gestito dall’offerta a un’ulteriore esplosione dei costi, come è già stato il caso per i molti centri radiologici (TAC, risonanze magnetiche e quant’altro) sparsi su tutto il cantone. Questi centri medici privati funzionano infatti sul principio dell’inciucio. Io mando il paziente a te, perché tu ne manderai uno a me. Quindi non è che lì si farà “il minimo ragionevolmente necessario”, ma piuttosto si faranno circolare i pazienti tra i vari specialisti, per raggiungere il massimo guadagno finanziario possibile.

 

C’è solo da chiedersi quando questo sistema imploderà o fino a quando la classe medio-bassa continuerà a farsi schiacciare dai crescenti premi di cassa malati, diventati ormai l’imposta principale.