AIUTIAMOLI A CASA LORO, MA VOGLIO IL MIO FERRO DA STIRO A BASSO COSTO

di Diego Rojos

 

“Aiutiamoli a casa loro”. Quando qualcuno fa un’affermazione di questa indole sta dimostrando di avere una mancanza d’informazione e una concezione molto infantile del mondo.

Il problema non è tanto che una certa parte dei cittadini ripetano questo mantra, il problema grave è che certi politici (che lo fanno per motivi di classe) sventolino questo argomento.

 

Nella maggior parte del mondo impera un sistema economico-politico-sociale chiamato Capitalismo, e cinquecento anni dopo la sua creazione pare che non si abbia capito ancora bene come funziona. Inoltre, questo sistema divide la società in due classi: gli sfruttati (quelli che devono vendere il proprio corpo perché non dispongono di mezzi di produzioni, siano essi svizzeri o non svizzeri) e gli sfruttatori (quelli che sono proprietari dei mezzi di produzione e che con questo vantaggio obbligano gli altri a vendersi per loro).

 

Questi proprietari (non leciti) dei mezzi di produzione vogliono avere il massimo profitto su quello che vendono. Per esempio, se possono guadagnare vendendo un ferro da stiro a 10 franchi invece che a 3 franchi al pezzo lo faranno. Una maniera per aumentare quel margine di profitto si ottiene grazie alla Globalizzazione e l’Imperialismo.

 

Le risorse con le quali producono i ferri da stiro (metalli, plastiche e componenti elettriche) invece di prenderle in Svizzera a un prezzo molto più caro, perché evidentemente devono rispettare delle regole ambientali e lavorative fra tante altre cose, le prendono in qualche paese africano, dove nessuno multa se si inquina, dove le risorse costano pochissimo e dove possono comprare 20 persone per farle lavorare allo stesso prezzo che costerebbe comprare una sola persona in Svizzera.

 

Perciò la potente azienda occidentale per fabbricare il ferro da stiro compra le miniere di un paese straniero, compra le persone a basso costo e, come conseguenza della produzione, inquina l’ambiente e modifica i rapporti sociale e lavorativi che c’erano prima sul posto.

 

Inoltre, per produrre il ferro da stiro non ci vuole solo materia ma anche energia. Per avere energia sufficiente a basso costo per la produzione si fanno guerre, si fanno crollare leciti governi, si occupano territori, si ammazza, si tortura, si saccheggia. Tutto per il “bene” del sistema capitalista, ci ripetono continuamente.

 

Poi una volta prodotto, il ferro da stiro arriva in Svizzera: bello, profumato, luccicante. Noi vediamo solo un apparecchio con il quale stirare camicie, lenzuola, pantaloni, ma non vediamo il sangue che ci sta dietro, il sudore dello sfruttamento, l’inquinamento, la spinta verso la migrazione ecc.

 

Quando finiamo di stirare dalla finestra di casa vediamo una persona migrante seduto su di una panchina, guarda il vuoto. Magari a qualcuno verrebbe da pensare “Ma sta Svizzera è proprio piena di stranieri”, “Non possiamo farli venire tutti, bisogna aiutarli a casa loro”.

 

Forse il migrante potrebbe pensare “Ma come vi permette di rovinare la terra dove sono nato per produrre cose inutili che rendono più ricchi i già ricchi e in più, senza nessuna vergogna, mi dite di andarmene e che volete aiutarmi a casa mia”.

 

Finché sarà vigente il capitalismo, “aiutare a casa loro” sarà solo una misura tampone, assistenzialista, eterogenea, che non risolverà minimamente il problema di base e che servirà solo a pulire l’immagine di persone e governi egoisti, razzisti e sfruttatori.

 

Bisogna contrastare questa pericolosa affermazione. Accogliere chi scappa da guerre, chi scappa dalla miseria, chi scappa dal cambiamento climatico, dalla mancanza di opportunità, chi è di passaggio, chi vuole rimanere. Perché noi occidentali siamo i primi corresponsabili di questi accadimenti.

 

Non possiamo pretendere di buttare il sasso e poi nascondere la mano. Prendersi le proprie responsabilità comincia col cambiare il nostro consumo, organizzarsi per far crollare questo sistema crudele e disuguale e tentare “con interventi seri” di risolvere il grosso problema che hanno creato (e al quale abbiamo contribuito) a tanti esseri umani nel mondo.