Diminuire le diseguaglianze, rispondere ai bisogni dei cittadini. Un chiaro NO alla Riforma Fiscale

di Enrico Borelli

 

Privare lo Stato di risorse finanziarie in un momento come quello attuale, caratterizzato da crescenti difficoltà, appare decisamente insensato.

Ne ho avuto conferma ancora stamattina, quando unitamente ad altri militanti mi trovavo nel centro di Lugano, dove il comitato contro la riforma fiscale, ha organizzato un’azione di volantinaggio a sostegno del referendum.

 

Sono davvero impressionato dalle testimonianze che abbiamo intercettato, testimonianze di disagio per la precarizzazione delle forme di impiego ma anche esistenziale che le persone vivono. Chi fatica a pagare la cassa malati, chi denuncia gravi abusi contrattuali commessi in un negozio del centro cittadino, chi racconta le grosse difficoltà che caratterizzano la vita di una persona al beneficio dell’Ai, chi testimonia delle difficoltà di trovare degli sbocchi professionali per i propri figli e chi semplicemente con grande dignità ci dice che non ce la fa più ad arrivare alla fine del mese.

 

Non bisogna certamente essere dei ricercatori o degli economisti per capire che settori sempre più ampi della popolazione hanno subito in questi anni un vero e proprio processo di impoverimento. E d’altronde lo confermano tutti gli indicatori, quello attuale è un Ticino in difficoltà.

 

Invece di proporre nuovi sostanziosi sgravi fiscali ai grandi ricchi e alle grosse società che conseguono utili, un Governo serio, vicino ai problemi dei salariati, del ceto medio e della popolazione, dovrebbe investire le risorse per rispondere ai bisogni sociali che la popolazione esprime. Le politiche degli sgravi fiscali favoriscono la concentrazione della ricchezza e la crescita delle diseguaglianze e non producono alcun beneficio per la popolazione. Otre ad essere dannose sono anche inutili e ingiustificate.

 

I fautori del sì agli sgravi millantano la partenza dal Ticino di contribuenti facoltosi. Eppure tutti i dati dimostrano il contrario. Negli ultimi 10 anni il numero dei ricchi presenti nel nostro territorio è cresciuto. Sono raddoppiati coloro che hanno un patrimonio superiore ai 5 milioni di franchi, e addirittura triplicati coloro con un patrimonio superiore ai 10 milioni, come pure è cresciuto il numero dei globalisti ed è raddoppiato il numero delle aziende.

 

Il Governo vuole subordinare l’accettazione della parte « pseudosociale della riforma » a quella fiscale. Si tratta di un vero e proprio ricatto che impedisce la libera espressione del voto dei cittadini. In realtà i soldi per finanziare la riforma sociale sono già ora disponibili e né il Cantone né i datori di lavoro dovrebbero spendere 1 centesimo.

 

Respingiamo senza esitazioni quello che possiamo tranquillamente definire un patto di palazzo siglato dai vertici dei partiti e dal Governo Cantonale, un Governo che ci sembra abbia perso la bussola e non appare più in grado di leggere la realtà che vivono i cittadini.