Riforma fiscale: la parità svenduta

Caterina Pedrini Verdi del Ticino 

 

Cosa c’entrano sgravi per 52,5 milioni di franchi ai milionari e alle grandi aziende con la parità? Niente, assolutamente niente. Ma c’è chi vuol farci credere che saranno beneficiare di questa ennesimo regalo concesso a chi non ne ha bisogno.

Oggi in Ticino le donne continuano a guadagnare il 16% in meno degli uomini e rappresentano il 65% dei dipendenti con salari inferiori ai 21 franchi l’ora. Nel nostro cantone i tassi di disoccupazione e sottoccupazione più alti della media nazionale, ma per le lavoratrici la situazione è anche peggiore: nel 2017 il tasso di disoccupate calcolato secondo i criteri dell’Ilo era del 6,8%, quello di sottoccupate il 14,9%, record assoluto dall’inizio della statistica.

 

Eppure dal 2008 - stando ai dati forniti dall’on. Beltraminelli - i posti degli asili nido e altre strutture di accoglienza extra-scolastiche è aumentato di oltre il 70%, la situazione per le donne sul mercato del lavoro però è peggiorata. Il numero di aziende è quasi raddoppiato, i posti di lavoro sono cresciuti in modo esponenziale, il PIL ha fatto un balzo avanti del 30% dal 2000, eppure per le donne i posti di lavoro mancano sempre, soprattutto quelli a tempo pieno, e i salari son sempre più bassi.

 

Siamo un cantone già poco progressista per quanto riguarda la parità, ma è deprimente vedere “associazioni femminili” sostenere che grazie all’aumento dei posti negli asili nido la causa delle donne farà grossi passi avanti.

 

La parità la raggiungeremo soprattutto continuando ad esigere il rispetto che meritiamo e che ci è dovuto, anche da certe associazioni femminili non di certo con ulteriori sgravi milionari.