In Ticino non esiste un problema di violenza negli stadi

Curva Nord FC Lugano

 

Nel merito delle recenti farneticazioni del Direttore del Dipartimento delle Istituzioni, abbiamo deciso di prendere posizione. Nello specifico rimaniamo basiti nel costatare che il nostro caro Ministro...

... voglia imporre alle società sportive ticinesi la misura liberticida del controllo dell’identità, obbligatorio ed invasivo, a tutti i tifosi intenzionati a recarsi alla partita della propria squadra del cuore.

 

Non è necessario essere filosofi o giuristi per rendersi conto che una misura del genere, oltre che totalmente sproporzionata, lede le libertà personali di ogni individuo. Riteniamo che ogni cittadino dotato di buon senso e spirito critico debba rabbrividire al solo pensiero. Ricordiamoci bene che oggi si paventa di introdurre misure repressive sulle tifoserie, domani potrà toccare ad altri rami della società. Ci chiediamo quali vantaggi ne voglia trarre il nostro caro Ministro.
 Vuole distogliere lo sguardo degli elettori dagli scandali politici che hanno toccato le derelitte Istituzioni ticinesi? Vuole cercare consensi tra il popolino qualunquista per tenere bene saldo il deretano alla cadrega? Vuole passare alla storia come l’uomo tutto d’un pezzo che ha debellato la piaga dell’hooliganismo alle nostre latitudini?

 

Su quest’ultimo punto vogliamo soffermarci qualche istante.

 

In Ticino, dati alla mano, non esiste un problema di violenza negli stadi. È indecente e subdolamente opportunista che le derelitte Istituzioni ticinesi cavalchino l’onda emozionale dei casi più eclatanti, isolati e rari, per creare facile consenso verso azioni squadriste e iniziative liberticide. Ci viene il vomito a pensare che in uno stato civile come la Svizzera, la sua appendice più a Sud debba subire una follia autoritaria che danneggia tutti. Danneggia le società sportive, danneggia il buon senso, danneggia la libertà del singolo e lede il principio d’innocenza. Si potrebbe obiettare che se non abbiamo nulla da nascondere c’è poco da protestare ma non vediamo per quale ragione dovremmo accettare di farci schedare al par dei malfattori senza la benché minima ragione di sicurezza o sospetto fondato. Complimenti caro Ministro, George Orwell avrebbe avuto meno fantasia! Ricordiamo poi che il nostro caro Ministro si è distinto, al contrario dei così detti pseudotifosi da lui tanto vituperati, per insulti razzisti ai tempi della sua permanenza nel CDA dell’Ambrì Piotta.

 

Da sempre lo Stadio, che rimane uno degli ultimi luoghi di aggregazione popolare, rappresenta per lo Stato una palestra per l’instaurazione di misure repressive. Per cui teniamo a ribadire che questa non è la battaglia degli ultras del Lugano, ma dei cittadini ticinesi dotati di buon senso.

 

TUTTI GLI ULTRAS LIBERI