Si vota solo sulla riforma fiscale

Barbara Di Marco Partito Socialista

 

Sgravare i ricchi e le grandi aziende di 52,5 milioni di franchi d’imposte, senza sapere come compensare le perdite in un momento storico in cui il Ticino ha il 31,4 % di persone a rischio povertà e un tasso di povertà del 17,3%? Regali fiscali al 4% della popolazione mentre il resto è in difficoltà? No!

52,5 milioni di franchi regalati ai più abbienti, potrebbero ancora significare lacrime e sangue per chi ha bisogno del sostegno dello Stato sociale. Per risanare le casse dello Stato, negli ultimi anni sono stati già tagliati più di 50 milioni sui più deboli e ora lo schema si ripete.

 

La riforma sociale comprende principalmente finanziamenti ai nidi, per la parità, il bonus bebè e può essere realizzata indipendentemente dalla riforma fiscale, perché non ha nessun impatto finanziario né sul Cantone né sulle imprese. Le misure verrebbero finanziate tramite un prelievo del 0,12%-0,2% della massa salariale, compensato nella stessa entità con la riduzione dell’aliquota per gli assegni familiari. Dato che non è stato fatto referendum contro la riforma sociale, il 29 aprile non si vota su di essa ed è improbabile il governo non la faccia entrare in vigore.

 

Nonostante ciò viene tuttavia usata come mezzo di pressione, minacciando di tenerla in sospeso qualora la riforma fiscale dovesse essere rifiutata. È inaccettabile che le donne debbano stare ai giochi del Governo per ottenere ciò che viene promesso loro da anni. Inoltre bisogna ricordarsi che il 60% delle persone povere sono persone singole o coppie senza figli e che le donne sono il 65% dei salariati che ricevono meno di 21 franchi all’ora.

 

Tutto questo rischia di diventare una lama a doppio taglio.

 

 

 

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