Un voto contro i ricatti e le menzogne

Editoriale Q15

 

Il voto del 29 aprile ha una valenza decisiva, costituisce uno spartiacque per un cambiamento nella politica di questo Consiglio di Stato. Il Governo di Argo1, il Governo degli allegri rimborsi spese. Il Governo dei tagli negli assegni integrativi e di prima infanzia di 800 famiglie ticinesi. Il Governo dei risparmi nei sussidi di cassa malati. Questi Signori ora sostengono di voler aiutare le famiglie con la riforma «fiscale-sociale». Un inganno!

 

Avevano pensato a tutto: prendere tempo con i lavori delle Commissioni, spingere il voto del Parlamento il più possibile in prossimità delle feste natalizie. Costringendo il comitato referendario a organizzare la raccolta firme durante le feste, al freddo e con la neve. Eppure 11'500 persone hanno firmato. Contro gli ennesimi regali fiscali ai milionari e alle grandi aziende. Non se l’aspettavano.

 

Regalare 52 milioni ai ricchi e in contropartita far credere di concederne 20 per sedicenti misure sociali a favore, ad esempio, degli asili nido. Avevano pensato anche a questo. Chi può dirsi contrario ad aiutare gli asili nido? Nessuno. Quello che però cercano di nascondere è il cuore della menzogna. Il fatto che i 20 milioni per le misure sociali sono già disponibili e immediatamente utilizzabili per asili e quant’altro. Si tratta di un travaso di fondi già esistenti! Presenti nella cassa cantonale di compensazione e che potrebbero essere investiti a favore della popolazione e delle famiglie domani mattina, volendo.

 

Lo stesso Governo scrive nel suo messaggio che «l’operazione è a costo zero» sia per il Cantone sia per le aziende. Morale della favola: diciamo di aiutare gli asili ma senza spendere realmente nulla di più, senza chiedere nulla da parte delle aziende. Ma usiamo la parola «sociale».

 

È un’azione di marketing politico. Vi diamo le briciole che ci sono sul tavolo ma per averle preparatevi a nuovi tagli. E dunque a restituirle. Perché altri sgravi a favore dei milionari e a spese della popolazione sono in arrivo nel prossimo futuro.

 

Il ricatto, che nelle immagini usate dalla propaganda ha il volto sorridente e bisognoso di protezione dei bambini, delle famiglie e delle lavoratrici dei nidi, è tanto vergognoso quanto subdolo. Si vota sui regali ai ricchi, l’oggetto in consultazione popolare è la modifica della legge tributaria, ma la minaccia del Governo è chiara: senza sgravi ai milionari non faremo nemmeno il travaso per le misure sociali. Il Parlamento però avrà l’ultima parola, potendo decidere altrimenti e votare la parte sociale. E saremo in prossimità delle elezioni, vedremo come si comporteranno.

 

In un Ticino dove dilaga la povertà, dove aumenta il numero di chi deve ricorrere all’assistenza, minacciare di attuare politiche sociali solo se si approvano sgravi a chi non ne ha bisogno significa disprezzare la popolazione. Voteremo dunque anche contro i ricatti e le menzogne.

 

Si affrontano due visioni di società. La politica a favore dei privilegiati o la politica per ridurre le disuguaglianze. Siamo nel mezzo di una guerra sociale, scriveva recentemente Thomas Piketty. In tutti i Paesi occidentali si procede a colpi di dumping fiscale a favore dei grandi patrimoni, impoverendo la collettività, abbandonando le classi popolari. Vitta prosegue il lavoro di Masoni, con un rinnovato stile. Aggiungere «sociale» all’imbroglio fiscale è furbo. Far credere che si tratti di un «patto di Paese» suona bene. Sbandierare la fuga dei ricchi e delle aziende funziona sempre. Ripetere bugie a raffica per imporre il dumping fiscale a beneficio dei soliti è metodo consolidato. Poco importa se le aziende stesse dichiarano di installarsi nel nostro Paese per altri motivi: perché apprezzano le infrastrutture funzionanti, la stabilità, il sistema giuridico e amministrativo, la posizione centrale in Europa ecc. Se un Governo è al servizio delle élite, dovrà pur in qualche modo mostrare che sta facendo il suo lavoro. Sta a noi fermarli. Per evitare di commettere l’errore del Canton Lucerna e del Canton Zugo. Dove anni di sgravi fiscali a senso unico si sono tradotti in uno svuotamento delle casse pubbliche, poi pagato dai più bisognosi, colpiti da brutali tagli, e dalla popolazione tutta, tramite l’aumento delle imposte.

 

«A causa dei tagli non abbiamo nessuna pattuglia nella regione per intervenire». Ha dovuto rispondere così la polizia lucernese a chi telefonava per urgenze. Questo almeno per 150 telefonate. Lo ha rivelato un’inchiesta giornalistica. Hanno pure colpito le famiglie con figli disabili, tagliando la possibilità di ottenere sostegno un giorno alla settimana da parte di istituti specializzati. Ottomila persone sono state escluse dai sussidi di cassa malati, da un mese all’altro. A chi aveva già ricevuto il sussidio è stato chiesto di restituirlo. A loro viene tolto un aiuto utile per sbarcare il lunario, mentre ai superricchi viene regalato un ulteriore privilegio.

 

Non siamo d’accordo ad applicare in eterno ricette neoliberiste disastrose. Vogliamo una politica diversa, per la maggioranza della popolazione. Lo pensano anche le migliaia di persone che hanno firmato il referendum. Non crediamo a un Governo che dice di voler aiutare le famiglie con pseudo assegni «parentali» inferiori a quanto ottiene un Consigliere di Stato in rimborso spese per il telefonino. Tocca a noi respingere arroganza e menzogne.

 

 

 

Quaderno 15 / aprile 2018

 

 

 

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