Unione Sindacale Svizzera
L’Unione sindacale svizzera, sezione Ticino e Moesa (USS-Ti), ribadisce il proprio NO alla riforma fiscale in votazione il 29 aprile. La proposta del Governo ticinese favorisce ancora una volta i grandi patrimoni mentre la maggioranza della popolazione non solo non avrà alcun beneficio dalla riforma ma ne pagherà le conseguenze.
Insistendo con le stesse ricette economiche applicate a partire dagli anni ’90, il Consiglio di Stato sembra ignorare il bilancio odierno di quelle decisioni.
Le varie riforme della legge tributaria e i pacchetti fiscali che hanno modificato le aliquote sul capitale e l’imposta sugli utili, hanno causato importanti riduzioni delle risorse pubbliche. Gli sgravi decisi in quegli anni provocarono minori entrate per centinaia di milioni. Svuotando le casse per poi giustificare tagli a scapito della popolazione. Attirare aziende senza nessun criterio qualitativo, basandosi solo sugli sgravi fiscali, ha reso più fragile il tessuto economico e danneggiato il territorio.
Si sono così corteggiate molte di quelle imprese che si fondano sui bassi salari escludendo l’occupazione dei residenti.
Negli ultimi dieci anni in Ticino il numero di aziende è raddoppiato, anche il numero di milionari è aumentato. Ma questa è una crescita a senso unico. Con pochi beneficiari e molti a dover passare alla cassa. Infatti i ticinesi sono sempre più confrontati con il rischio di povertà, la sotto-occupazione e il diffondersi del precariato. Recentemente sono stati effettuati tagli per 50 milioni di franchi negli aiuti alle persone in difficoltà, colpendo gli assegni integrativi e di prima infanzia, i sussidi di cassa malati e le borse di studio.
Ora si vogliono regalare 52.5 milioni a pochi privilegiati e alle grandi aziende, anche a quelle che pagano salari indegni. Il 96% dei ticinesi e le PMI legate al territorio non avranno alcun vantaggio da questa riforma. Anzi i comuni toccati dagli sgravi dovranno alla fine aumentare il moltiplicatore. Se si persevera nel favorire unicamente una minoranza di milionari - che sposta i regali fiscali ricevuti nella speculazione finanziaria senza investire nulla nell’economia cantonale, continueranno ad essere i ticinesi a dover compensare le perdite.