Ginevra: la sinistra che convince

di Joël Depommier

 

Missione compiuta. Alle cantonali dello scorso fine settimana, Ensemble à Gauche (EàG) [Insieme a sinistra, alleanza elettorale che da diversi anni riunisce i partiti della sinistra radicale ginevrina, tra cui solidaritéS e la sezione locale del Partito del Lavoro, ndt] ha superato il quorum del 7% necessario per entrare nel Gran Consiglio ginevrino (con il 7,83% dei voti), mantenendo i suoi 9 eletti in parlamento.

La tensione era particolarmente palpabile lo scorso 15 aprile nel ritrovo della coalizione, visto che la sinistra radicale rischiava di perdere voti a favore di altri piccoli raggruppamenti come la Lista per Ginevra (0,71% dei voti), Egalité et équité (0,88%) o la Lista delle donne (3,26%).

 

“Il voto utile in favore delle altre forze dell’Alternativa ha anche avuto la sua influenza. Ma il nostro risultato ricompensa comunque la costanza e il nostro rispetto degli impegni presi, così come la nostra coerenza, come testimoniato nel corso della nostra campagna”, sottolinea la deputata di solidaritéS Jocelyne Haller, che, avendo ottenuto un ottimo risultato personale, si presenterà da sola al secondo turno dell’elezione del Consiglio di Stato su una lista EàG. “Siamo globalmente soddisfatti. Non avevamo mai condotto una campagna così lunga, intensa e multiforme con i nostri colleghi di coalizione”, spiega, da parte sua, Alexander Eniline, presidente della sezione locale del Partito del Lavoro.

 

L’Alternativa (che raggruppa, oltre à EàG, il PS e i Verdi) ha anche altre ragioni per rallegrarsi. Gli ecologisti, che ottengono il 13,1% dei suffragi, ottengono 15 seggi contro i 10 della precedente legislatura, in particolare grazie alla loro campagna di sensibilizzazione sulla necessità di controllare la crescita dell’agglomerato urbano ginevrino. I socialisti, con il 15,3% dei suffragi, conteranno invece su 17 deputati al parlamento contro i 15 precedenti. L’Alternativa si rinforza quindi arrivando a un totale di 41 seggi.

 

“Innanzitutto, la nostra deputazione ha lavorato bene nel corso della legislatura precedente. Il nostro risultato è anche il frutto del nostro lavoro sul territorio, della nostra prossimità con la popolazione. Abbiamo lanciato un’iniziativa cantonale per fissare i premi delle casse malati al massimo al 10% del reddito di un nucleo famigliare, senza dimenticare le due iniziative nella città di Ginevra in favore di una migliore reinserzione dei precari nel mercato del lavoro. Tutto questo ci ha aiutati a capire gli umori della popolazione nel corso di questa campagna”, spiega Sylvain Thévoz del PS, eletto per la prima volta nel parlamento ginevrino.

 

Il problema dell’astensionismo

L’unica nota stonata rispetto a questi segni incoraggianti viene dalla scarsa partecipazione degli elettori, con un tasso di partecipazione del 38,7% soltanto. “Anche se non sappiamo ancora se sono gli stessi elettori che si astengono a ogni elezione o se c’è un ricambio a ogni tornata, è evidente che i partiti borghesi sanno mobilitare meglio il loro elettorato per difendere i loro interessi economici”, sottolinea Alexander Eniline. “In vista del secondo turno, sta a noi ovviamente andare a cercare quegli elettori che si sono astenuti”, aggiunge Sylvain Thévoz. “Dobbiamo continuare a condurre una politica coordinata con i movimenti sociali e di presenza sul territorio”, precisa Jocelyne Haller.

 

Anche nel campo dell’Intesa [alleanza elettorale dei partiti borghesi di centro-destra, ndt] c’è di che festeggiare, visto che il blocco borghese passa da 34 seggi a 40. Con il 25,8% dei voti, il PLR ottiene 28 seggi contro i 24 della legislatura precedente, mentre il PPD, con il 10,7% dei voti, passa da 10 a 12 seggi. “Quello che mi sconcerta sempre è che gli elettori continuano a dare il potere a quelli che peggiorano le loro condizioni di vita con le loro politiche di tagli alle prestazioni sociali e di attacchi al servizio pubblico”, si stupisce Jocelyne Haller [che forse non ha familiarità con il concetto gramsciano di egemonia, ndt]. “I liberali e i radicali hanno ritrovato il livello di voti precedente alla fusione dei loro rispettivi partiti [avvenuta nel 2011, ndt] e hanno sottratto preferenze all’UDC”, analizza Alexander Eniline.

 

I grandi sconfitti sono proprio da cercare nel campo della destra populista e nazionalista. L’UDC perde tre seggi e si ritrova con solo 8 parlamentari. Da parte sua, il Movimento dei cittadini ginevrini (MCG) passa da 20 deputati a 11, mentre il nuovo movimento di Eric Stauffer, Genève en marche, non raggiunge il quorum, malgrado abbia investito oltre un milione di franchi in questa campagna. Subito dopo l’annuncio dei risultati, il lider maximo del partito ha annunciato il suo (nuovo) ritiro definitivo dalla politica. “Gli elettori si aspettano risposte sociali e una migliore ripartizione delle ricchezze. In questa elezione, hanno premiato le competenze e le persone che sono aperte a soluzioni pragmatiche. Spero che le polemiche sterili e le provocazioni gratuite abbiano fatto il loro tempo”, assicura Sylvain Thévoz. Con la nuova configurazione del parlamento, né la destra (che avrà 48 seggi con l’UDC) né la sinistra avranno una maggioranza chiara, e quindi il MCG resterà in posizione di arbitro. “È un’immensa soddisfazione vedere il blocco della destra perdere numerosi voti rispetto al 2013”, si rallegra Alexander Eniline.

 

“Rinforzare l’Alternativa al Consiglio di Stato”

Ma la corsa elettorale non è ancora finita. Il 6 maggio avrà luogo il secondo turno delle elezioni del Consiglio di Stato. Essendo Pierre Maudet (PLR) il solo già rieletto al primo turno, l’Intesa propone un ticket a tre, con la PLR Nathalie Fontanet (settima al primo turno) e i due ministri uscenti del PPD Serge Dal Busco e Luc Barthassat, rispettivamente terzo e nono al primo turno. Da parte sua, il MCG mantiene in corsa per il secondo turno solamente il suo Consigliere di Stato uscente Mauro Poggia. L’UDC fa lo stesso, ripresentando solamente Yves Nidegger.

 

A sinistra, a seguito delle assemblee dei rispettivi partiti, il PS e i Verdi hanno deciso di presentare una lista unitaria con tre candidati, di cui faranno parte due candidati del PS, la Consigliera di Stato uscente Anne Emery-Torracinta, quinta al primo turno, e il municipale di Vernier Thierry Apothéloz (sesto), mentre la municipale della città di Ginevra Sandrine Salerno si è già ritirata dalla corsa. I Verdi ripresentano il loro Consigliere di Stato Antonio Hodgers. “Noi sosteniamo con il PS e i Verdi l’iniziativa “Zero perdite”, che ha l’obiettivo di mantenere il livello delle entrate fiscali cantonali e comunali nei livelli imposti dalla riforma dell’imposizione delle imprese PF17, ma loro non vogliono sostenere la nostra proposta di un tasso d’imposizione degli utili delle imprese fissato a un minimo del 16%. Il che ci ha spinti a decidere di correre da soli come EàG per questo secondo turno, anche se ovviamente speriamo in un rafforzamento dell’Alternativa al Consiglio di Stato, come avvenuto per il Gran Consiglio”, precisa Jocelyne Haller. “Questo secondo turno promette uno scontro classico tra destra e sinistra. Gli elettori dell’Alternativa hanno un’occasione unica per dare alla sinistra una maggioranza in Consiglio di Stato. Per farlo, devono votare in massa per le candidate e i candidati della sinistra”, spiega ancora Sylvain Thévoz.

 

 

 

Fonte : Gauchebdo, 20 aprile 2018.

 

 

 

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