NON SI TRATTA “SOLO” DI SGRAVI FISCALI! C’È IN GIOCO IL NOSTRO FUTURO!

Comitato unitario contro la Riforma fiscale

 

Il prossimo 29 aprile non si vota solo sugli sgravi fiscali.

Si decide davvero su quali basi vogliamo costruire il futuro del nostro Cantone!

 

Governo e maggioranza del Parlamento servono nuovamente gli interessi di una minoranza di super-ricchi e di grandi aziende interessate a sfruttare i vantaggi fiscali e la manodopera a basso costo. Sono le stesse politiche miopi che hanno portato il Ticino ad essere il cantone con i più alti tassi di povertà, disoccupazione, precariato e abusi sul lavoro; per non parlare della mobilità ormai al collasso e un territorio completamente tappezzato di capannoni. Le stesse scelte che hanno reso la popolazione sempre più dipendente dagli aiuti sociali.

 

La Riforma fiscale viene presentata come “un nuovo modo di fare politica”, ma in realtà ricalca le misure adottate a cavallo degli anni 2000, che hanno privato le casse cantonali di oltre 200 milioni di introiti. Allora l’infondato pretesto era che le imprese avrebbero delocalizzato all’estero per ridurre i costi di produzione, ma oggi la situazione è diametralmente opposta: in pochi anni il numero di aziende è raddoppiato e quello dei posti di lavoro è aumentato del 16%. Eppure il Consiglio di Stato insiste sulla necessità di “migliorare l’attrattività del nostro paese”, senza neppure tener conto dei cambiamenti intervenuti nel tessuto economico e sociale.

 

In 20 anni di promovimento economico e sgravi a pioggia la situazione della maggioranza della popolazione è peggiorata. E questo è accaduto anche perché non si è neppure voluto vincolare questi sgravi a una politica economica almeno un poco attenta alle condizioni di lavoro della popolazione residente, legando questi sgravi solo a ditte capaci di creare posti di lavoro qualificati e a salari dignitosi. Per quanto riguarda gli sgravi sugli alti patrimoni, questi sono semplicemente inaccettabili.

 

Ora governo e maggioranza del Parlamento ci propongono di ripetere esattamente gli stessi errori, rendendoci ancora più dipendenti e schiavi di logiche fallimentari che non fanno altro che trascinarci ancora più a fondo.

 

È ora di cambiare rotta radicalmente e smetterla di costruire il futuro sulle sabbie mobili. Se la maggioranza della politica non vuole capirlo, spetta a quel 96% della popolazione che non beneficerà in alcun modo di questa riforma – assumendone invece i costi - aprirle gli occhi votando NO il 29 aprile alla riforma della legge tributaria.

 

 

 

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