Italia: l’UE e il diktat dei gruppi finanziari

di Graziano Pestoni

 

Quanto sta succedendo in Italia è grave e preoccupante. Precisiamo subito, a scanso di equivoci, che il governo Cinque Stelle/Lega è politicamente da combattere, perché manifestamente di destra. Ma questi due movimenti hanno vinto le elezioni e hanno diritto a formare un governo.

La Costituzione italiana dispone che il presidente del Consiglio designato sottoponga per approvazione al presidente della repubblica la lista dei ministri. I costituzionalisti più seri precisano che questo potere intende evitare ad esempio che la carica di ministro sia assunta da persone condannate o in procinto di esserlo.

 

Non si estende però agli aspetti politici, anche perché un ministro non è libero di fare quello che crede, ma sottostà alle decisioni del governo ed in particolare del presidente del Consiglio, oltre che del Parlamento.

 

Perché allora il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha bocciato la proposta di designare ministro dell’economia Paolo Savona? Non è stato condannato da nessun tribunale e non sembrerebbe che ci siano ragioni personali che possano gettare ombre sulla sua integrità. Savona è critico sulla politica condotta dall’Unione europea, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti finanziari.

 

Noi tutti sappiamo che l’UE da decenni ormai pratica una politica neoliberale: per semplificare diciamo che ciò comporta privilegi per i ricchi, misure di risparmio per tutti gli altri, privatizzazioni di servizi pubblici, soppressione di diritti per i lavoratori, precarizzazione dei rapporti di lavoro e dumping salariale e sociale.

 

Mattarella ha quindi ritenuto che Savona avrebbe potuto mettere in discussione convenzioni e trattati internazionali, orientando l’azione del governo in questa direzione. Questo è il punto centrale della nostra riflessione.

 

I trattati internazionali sono, per riprendere l’espressione del Manifesto, come le tavole di Mosé, ossia immutabili? Se un governo dovesse ritenere che andrebbero modificati, qualora avessero per esempio dato risultati non auspicati, dovrebbe essere possibile chiederne la modifica. La Gran Bretagna ha addirittura deciso di abbandonare l’UE. Dunque, è possibile.

 

Mattarella non è di questo parere. Ha affermato che Savona “metterebbe in pericolo il risparmio degli italiani”. Una giustificazione che camuffa un’altra realtà. Quella della difesa dei potenti gruppi finanziari che dominano la politica mondiale ed europea. E che utilizzano il potere dei burocrati europei, attraverso diktat come quelli messi in atto contro la Grecia, per imporre ai paesi politiche conformi ai loro interessi. Non sorprende nemmeno che il presidente abbia finalmente incaricato di formare il governo Carlo Cottarelli, un ex del Fondo monetario internazionale, organizzazione tristemente nota a livello planetario per il sostegno a colpi di stato contro regimi giudicati troppo progressisti.

 

Forti poteri eletti da nessuno, quindi, di cui Mattarella si è fatto portavoce. In conclusione, al di là di quanto sta succedendo in Italia, questi fatti dimostrano ancora una volta il ruolo negativo dell’UE e il suo atteggiamento profondamente antidemocratico.

 

Anche coloro che, da noi, continuano a guardare l’UE come l’eldorado, dovrebbero prenderne nota. Inoltre, la mossa di Matterella porterà a breve nuove elezioni, e i primi a trarne un beneficio saranno i leghisti di Salvini….