Roberto Lotz
Non fa eccezione da questo rituale l’articolo (Corriere del Ticino) con il titolo “L’antisemitismo larvato“ a firma di A. Von Wyttenbach.
Un articolo farcito di luoghi comuni e retorica, tipico di chi crede che si possa liquidare ogni discussione sulla situazione in Palestina tacciando di antisemitismo chiunque osi mettere in discussione il dogma della propaganda sionista.
Von Wyttenbach ci spiega che i manifestanti palestinesi massacrati a Gaza qualche giorno fa erano, in parte, pericolosi terroristi di Hamas. Dal 30 i palestinesi morti sono stati 112, di cui 8 minorenni.
Ma certo, tutti appartenenti ad Hamas…
Nella sua lettera, Von Wyttenbach dimentica di citare le violenze, i soprusi, e gli omicidi che Israele commette dal 1948.
Dimentica gli insediamenti illegali costruiti nei territori occupati, per i quali vi sono decine e decine di risoluzioni dell’Onu.
Dimentica le violenze quotidiane che i coloni infieriscono ai palestinesi in Cisgiordania, o gli spari contro i pescatori palestinesi.
Dimentica l’operazione piombo fuso, in cui morirono 1300 palestinesi. Davvero qualcuno può ritenere che fossero tutti militanti di Hamas?
Dimentica la costruzione di un muro che obbliga i palestinesi ad ore ed ore di code ai check-point per poter andare da casa al lavoro.
Forse Von Wyttenbach reputa un antisemita anche Norman Finkelstein, storico e politologo ebreo americano, che da anni si batte contro la politica di occupazione di Israele. Magari giudicherà antisemita Nelson Mandela, il quale considerava la politica israeliana contro i palestinesi una politica dell’apartheid come quella che avevano subito i neri in Sudafrica.
L’olocausto è stato uno dei momenti più cupi e vergognosi della storia dell’umanità. Un capitolo che non va né dimenticato né ripetuto. La battaglia contro razzismo e antisemitismo va portata avanti quotidianamente.
Ma nessun crimine del passato può giustificarne uno del presente.