Officine FFS – Un’operazione a carattere speculativo

Ronnie David I Verdi del Ticino

 

Denunciamo una propaganda poco trasparente a favore del trasferimento delle Officine a Castione. Al netto delle chiacchiere non rimane che una forte diminuzione dei posti di lavoro, speculazione edilizia, cementificazione e ulteriore traffico in Città e a Castione.

L'operazione portata avanti da Governo e Municipio a fianco delle FFS è un'operazione di marketing politico, volta a far accettare con termini altisonanti una triste realtà per la nostra regione: il taglio di quasi il 50% dei posti di lavoro dell'ex regia federale nella regione del bellinzonese, il caos viario, la speculazione edilizia più rampante e l’addebito dei costi all’ente pubblico. I Verdi invitano i cittadini a limitarsi ai fatti e non lasciarsi ingannare dall'involucro che avvolge l'intera operazione. E i fatti sono clamorosi.

 

Cantone e comune saranno chiamati a pagare in prima persona lo spostamento delle officine da Bellinzona a Castione per un importo totale di almeno 120 milioni di franchi. I posti di lavoro al termine di questa operazione passeranno da 400 a 200 circa. Sessanta mila metri quadri (quelli più pregiati) rimarranno alle FFS per poter costruire spazi commerciali ed abitativi, nonostante a Bellinzona si stia già assistendo ad un'enorme bolla speculativa e il tasso di sfitto sia in costante aumento, mentre la popolazione complessiva del cantone scende. Questo implicherà una grave crisi immobiliare con pesanti conseguenze anche sui piccoli proprietari, con inoltre un ulteriore aumento dei congestionamenti nei comparti centrali della Città. Certo, rimangono i 40 mila metri quadri destinati al cosiddetto polo tecnologico. In questo caso si fa però bene attenzione a non menzionare il fatto che il 90% delle start-up falliscono entro un lasso di tempo di 5 anni e che per giunta il parco tecnologico di Bellinzona entrerebbe in concorrenza con quello di Biasca.

 

Va ricordato infine che il comparto di Castione in questione è stato a più riprese contestato da quegli abitanti della regione che ritengono che la zona industriale non abbia ragione d'essere e che sia decisamente troppo estesa e dannosa per la qualità di vita nel comune.

 

L'alternativa? Tenere duro sulla richiesta di rilancio delle officine nell’attuale comparto e sviluppare il parco tecnologico a Biasca e Giornico/Bodio, ricordandosi e ricordando alle FFS che il piano regolatore lo gestisce il Comune e che quindi, contrariamente a quanto si afferma, il coltello dalla parte del manico ce l'abbiamo noi cittadini.