di Gianni Frizzo
Chiedo venia a chi vorrebbe bocche cucite piuttosto che “rumore” (o meglio, chiarezza), attorno al tema delle Officine (OBe).
D’altro canto non posso esimermi nell’affermare che quanto accaduto, nella primavera del 2008, dal punto di vista sociale e umano, pare che interessi solo a quella parte (per nulla insignificante!) di cittadine e cittadini che, prima di prendere parte al prospettato sacrificio di un “bene comune (Officine)”, vogliono vederci chiaro.
Si gradirebbe perlomeno sapere: quante e quali erano le opzioni; chi ha deciso cosa in base a quali documentabili criteri e se la scelta fatta rispecchia gli accordi fin qui sottoscritti.
Come sarebbe importante che venisse spiegata la ragione per la quale l’iniziativa popolare “Giù le mani dall’Officina” si trova sui banchi del legislativo (GC), a distanza di quattro anni dall’approvazione del messaggio sul Centro di competenze (CdC), tramite il quale il Governo sosteneva che: “Lo scopo dell’iniziativa sarà raggiunto con l’approvazione del progetto del CdC, invitando pure gli iniziativisti al ritiro della stessa al momento dell’entrata in funzione della Fondazione”.
Ci saremmo anche aspettati, dalle autorità coinvolte, un puntuale bilancio dettagliato, su quanto è stato patteggiato negli anni “post sciopero”, spiegando le ragioni e gli scopi degli studi e degli accordi che si sono succeduti. Un fare chiarezza che non sembra per nulla rientrare nel programma istituzionale.
Perché mai temere un dibattito su un tema tanto sensibile e caro ai cittadini? Per quale ragione si vuole evitare uno schietto confronto su una realtà lavorativa che ha segnato, da oltre 140 anni, la comunità del Bellinzonese e del Grigioni italiano? Che ne è del forte attaccamento manifestato nei riguardi delle OBe, dalle stesse autorità che oggi, con tanta disinvoltura, hanno mutato la loro posizione di 360 gradi?
È oramai sotto gli occhi di tutti che le sorti delle Officine sembrerebbero essere un’esclusiva della “squadra tripartita”: Ffs, Governo e Municipio della Capitale.
Sulle ragioni dello spostamento delle Officine se ne dicono di tutti i colori come, per esempio, per motivi tecnici (?), palesato da stimati ministri, guardandosi però bene nell’elencarne e documentarne la plausibilità. Altrettanta “ignoranza” (se non mala fede) la ostentano coloro che affermano, con fare sapiente, che la disastrosa perdita occupazionale prospettata sia la conseguenza dei nuovi metodi di produzione, come la digitalizzazione.
Niente di più fuorviante poiché si omette palesemente di dire che nella prevista struttura non troverà posto, per esempio, la manutenzione della flotta del traffico merci (carri, locomotive e componenti), che rappresenta oggi il 70% circa delle attività o la lavorazione delle sale e via dicendo.
Sembra che, per una buona parte di queste forze politiche, ci sia maggiore impegno per fare in modo di non vedere compromessa (dopo i tentativi già vistisi neutralizzare in passato) la ghiotta occasione di liberare l’area pregiata dalla secolare “bruttura industriale” e nella sfida per conquistarsi l’ubicazione della nuova struttura, piuttosto che preoccuparsi dei contenuti (attività e posti di lavoro) e dei nefasti effetti per il mancato rispetto, da parte Ffs, degli accordi sottoscritti. Perdita di volumi di lavoro, con conseguente tracollo occupazionale che sta già mostrando i suoi effetti e non si dovrà quindi aspettare fino al 2026 per rendersi conto di quello che accadrà in quanto, per le Ffs, ci sarà a disposizione un periodo di transizione che sapranno certamente ben “capitalizzare”.
Pare siano premiate l’approssimazione e la formula consolatoria del “meno peggio” rispetto agli accordi sottoscritti e alle ragioni etiche e morali.
Che tristezza! La fiducia però è ancora riposta in quelle numerose persone che oltre alla testa, sanno anche ascoltare la pancia e il cuore, un’unione di elementi necessari per manifestare indignazione e sapersi quindi ribellare di fronte all’ingiustizia che si sta consumando, senza alcuna plausibile ragione, ai danni di un bene comune quali sono le Officine.