Cardiocentro: dal pollaio alle risottate

di RedQ

 

Eravamo stati i primi (v. Quaderno numero 11, giugno 2017) a segnalare che il previsto rientro del Cardiocentro Ticino (CCT) nell’ambito dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) entro la fine del 2020 avrebbe scatenato delle polemiche faziose, che ne avrebbero probabilmente fatto la “madre di tutte le battaglie” tra sanità pubblica e cliniche private in Ticino.

La nostra facile profezia si basava su un intervento a gamba tesa dell’ex sindaco di Lugano e presidente della Fondazione Cardiocentro Giorgio Giudici, che annunciava urbi et orbi la sua intenzione di dar battaglia affinché le varie convenzioni che prevedevano l’integrazione del CCT nell’EOC venissero modificate, e quindi non rispettate, augurandosi inoltre che non si buttasse il problema in politica, perché altrimenti tutto sarebbe diventato un pollaio.

 

Ora è lo stesso Giorgio Giudici, che con l’appoggio del Municipio di Lugano da mesi sta domandando un intervento “risolutorio” del Consiglio di stato! Le dichiarazioni pubbliche del gruppo di sostegno “Grazie Cardiocentro” si moltiplicano, anche se ripetono come un mantra semplicemente che l’integrazione del CCT nell’EOC non ne garantirebbe più l’eccellenza, senza apportare però neanche un minimo straccio di prova.

 

Ora siamo addirittura arrivati all’organizzazione di risottate a sostegno di questa posizione: tra poco magari ci sarà una ripetizione della Carovana della libertà di bignaschiana memoria?

 

A seguito di questo dibattito irrazionale e confuso, quella trentina di medici che compongono l’associazione da poco formata “Piattaforma Salute” ha recentemente pubblicato un dettagliato comunicato con il titolo “Anche a noi sta a cuore l’Ospedale del Cuore!”. Dopo aver ripercorso passo passo tutto l’iter sin dalla formazione del Cardiocentro, grazie ad una grossa donazione del Dr. Zwicki, si dimostra come anche per volontà esplicita del donatore, il CCT debba inderogabilmente rientrare in EOC alla fine del 2020.

 

Piattaforma Salute demolisce poi le infondate insinuazioni sul fatto che EOC non sarebbe in grado di garantire adeguate condizioni quadro all’attività del Cardiocentro, mentre ritiene giustamente estremamente inopportuna la strumentalizzazione che i capi della Fondazione Cardiocentro stanno facendo sfruttando la buona fede e la riconoscenza degli (ex-) pazienti.

 

Tutti sanno che queste strumentalizzazioni sono molto facili da organizzare: ricordiamo in proposito l’azione di sostegno organizzata una quindicina di anni fa e che raccolse decine di migliaia di firme (sponsorizzata tra l’altro da Raoul Ghisletta) contro il trasferimento dell’oncologia pediatrica dall’Ospedale di Locarno, dove si trovava per una situazione molto particolare, all’Ospedale di Bellinzona, da sempre riconosciuto come il centro cantonale per le terapie contro i tumori.

 

Anche in quel caso si trattava semplicemente dell’interesse personale di un singolo medico: a trasferimento avvenuto, più nessuno ne ha mai più parlato, anche perché l’integrazione è avvenuta con soddisfazione di tutti. Non abbiamo dubbi che ciò avverrebbe anche con il Cardiocentro.

 

 

 

 

 

Quaderno 16 / Giugno 2018