Messico: forse è la volta buona per uscire da un dramma infinito

di Franco Cavalli

 

La situazione in Messico, anche se i nostri media quasi non ne parlano, è a dir poco drammatica: siamo ormai a quasi 100 omicidii al giorno, decine di migliaia di giovani sono desaparecidos, quasi ogni settimana si scoprono fosse comuni con centinaia di teschi.

E questo sullo sfondo non solo del narcotraffico e di una corruzione dominanti, ma anche di un esplosione delle disuguaglianze sociali a causa delle politiche neoliberiste dei vari governi dell'oligarchia.

 

Oggi 1 luglio il Messico vota per le presidenziali, il parlamento e i governatori regionali.

 

L'unica candidata veramente di sinistra, quella zapatista, non ci sarà non avendo raccolto firme sufficienti in tutti gli stati. La speranza che finalmente qualcosa cambi è riposta in Andres Manuel LOPEZ Obrador (AMLO come tutti lo chiamano), già qualificato dai media internazionali asserviti al grande capitale come "populista di sinistra".

 

Egli promette lotta alla corruzione, alla casta dominante, aiuti sociali ai contadini, salari equi per i lavoratori, abolizione delle privatizzazioni. Sta conducendo ampiamente in tutti i sondaggi: ma aveva già di per se vinto nel 2006 e nel 2012 e poi brogli elettorali colossali gli avevano rubato la vittoria.

 

Che sia la volta buona? Una sua affermazione modificherebbe di molto i rapporti di forza in America Latina (anche a favore di Cuba e Venezuela), rilancerebbe lo scontro con Trump e naturalmente significherebbe finalmente una speranza concreta per il popolo messicano che non ne può più di vivere in una situazione da incubo. Incrociamo le dita!