Il CdS, la Polizia
 e la buona reputazione del fascismo

di Ivan Miozzari

 

Partiamo dal presupposto che il Consiglio di stato abbia fatto il suo lavoro coscientemente e coerentemente a quanto dichiarato nella risposta all’interrogazione di Massimiliano Ay del 2016. E dunque abbia verificato la condotta, compatibile con la funzione di agente di polizia, e la buona reputazione, degli agenti assunti o promossi di grado.

E diamo per assodato che un’inchiesta di polizia abbia accertato l’assenza di elementi o la presenza di precedenti incompatibili con la professione.

 

Per la Polizia cantonale e per il CdS, il signor Edy Imperiale merita la promozione. Per le sue capacità professionali e per aver scontato le sanzioni amministrative e penali. Essere dichiaratamente nazi-fascista è un valore etico condiviso dalla società e una condanna penale per istigazione al razzismo è un precedente compatibile con la funzione. Le nostre autorità devono essere giunte a questa conclusione per promuovere al grado di sergente maggiore questo personaggio.

 

Dunque tremino tutte quelle persone che per il sergente maggiore non sono umane ma solo maiali da sterminare. Poiché, di riflesso, qualsiasi abuso a sfondo razziale che potrebbe essere perpetrato dal corpo sarà considerato dalle autorità, quantomeno dal sergente maggiore, una condotta onorevole, e un buon lavoro.

 

Resta da stabilire chi rientra in questa categoria e chi invece può avvalersi della protezione della polizia. Non ci è stata data una lista, dunque proviamo ad immaginarla basandoci sul profilo e le dichiarazioni della persona in questione.

 

Chiaramente non bisogna essere immigrati. Né gialli, neri o mussulmani (prudenzialmente considerare anche altre sfumature e religioni). Poi rimangono altri dubbi: io capisco il dialetto ma lo parlo piuttosto male.

 

Dunque, certamente, in presenza di un agente di polizia ci si domanderà a quale sistema di valori faccia riferimento il poliziotto, quello democratico o quello fascista. Saperlo sarà fondamentale per decidere se affidarsi e sentirsi sicuri o temere e nascondersi. Ci sono già precedenti per cui agenti di polizia hanno rapito persone. Non in qualche paese esotico. In Ticino.

 

Se passasse al corpo di polizia il messaggio che questa attitudine è tollerata i tribunali si riempirebbero di ingiustizie a cui trovare rimedio. E la popolazione senza sicurezza.

 

Ma non temano troppo quei poliziotti - spero siano pochi - pronti a seguire questa corrente: con la nuova Legge polizia di Gobbi (ma guarda il caso) potranno fermare chiunque secondo il proprio arbitrio e privarlo per un po’ della libertà. Uno strumento per fare in legalità ciò che per ora è perseguibile.