Chi ruba mezzo miliardo all’AVS?

di RedQ

 

Che l’AVS, che tutto il mondo civile ci invidia, sia prossima al fallimento ce lo raccontano oramai da una trentina di anni, da quando cioè il pensiero neoliberale ha stabilito come dogma che il sistema pensionistico dovrebbe sempre essere basato sul principio assicurativo, per intenderci quello del secondo pilastro.

 

L’AVS ha difatti sempre rappresentato una dolorosa spina nel fianco per questi ideologi fondamentalisti del mercato, che ritengono assurdo il principio del primo pilastro, nel quale chi più guadagna più paga, mentre alla fine quanto si riceve è molto simile per tutti.

 

Un principio che ha invece funzionato a meraviglia e che risolverebbe anche tutti i problemi delle casse malati, se anche qui i premi fossero proporzionali al reddito.

 

Ad avere il fiato sempre più corto sono invece le casse pensioni, tant’è vero che l’accordo accettato dalle camere sulla previdenza 2020 prevedeva un taglio brutale delle pensioni.

 

Ma torniamo al titolo di questa postilla. Diversi studi portati avanti dal Segretariato economico dell’Unione sindacale Svizzera, ma confermati anche a livello di organi che gestiscono l’AVS, dimostrano che soprattutto medici, avvocati, fiduciari e altri liberi professionisti hanno trovato il sistema di fregare l’AVS e lo stanno facendo sempre di più.

 

Qual è il trucco? È uno dei tanti effetti collaterali negativi della riforma fiscale II, quella per intenderci in cui il popolo fu infinocchiato dal Consiglio Federale che aveva garantito perdite di pochissimi milioni, mentre alla fine le casse pubbliche stanno perdendo svariati miliardi ogni anno, che vanno nelle tasche dei grandi azionisti.

 

Questa falsa informazione del nostro governo avrebbe di per sé dovuto provocare la ripetizione della votazione (il cui esito era stato tiratissimo), ma il Tribunale federale non se l’era sentita di opporsi alla maggioranza borghese del Parlamento…

 

Per fortuna l’infinocchiatura nel caso della riforma III non è riuscita, tant’è che è stata rifiutata a grande maggioranza, memori anche di quanto era capitato con quella precedente. Quest’ultima difatti annullava gran parte delle tasse sui guadagni delle società anonime. E qui casca l’asino per l’AVS.

 

I suddetti liberi professionisti difatti trasformano i loro studi in società anonime, da cui si fanno pagare solo un salario ridotto, per cui il loro contributo all’AVS diventa ridicolmente piccolo. Tutti gli altri guadagni in compenso se li intascano con i lautissimi profitti delle società anonime, su cui non pagano AVS.

 

Invece di tagliare le pensioni e di imbonirci con un piatto di lenticchie per quanto riguarda l’AVS, sarebbe forse ora che a Berna ci si occupasse di questo vergognoso imbroglio, che secondo tutti i calcoli costa all’AVS al minimo 250 milioni, ma più probabilmente 500 milioni ogni anno!

 

 

 

 

 

Quaderno 11 /  Giugno 2017