Mercato del lavoro, se il Comune dà il cattivo esempio

Daniele Cavalli CC di Losone (Lista della Sinistra)

 

 

In questi anni abbiamo sentito crescere la preoccupazione di tutti i cittadini per la situazione del nostro mercato del lavoro.

 

Se siamo divisi in merito ai rapporti fra Svizzera ed Europa e sui flussi migratori, da destra a sinistra siamo invece tutti d’accordo – specialmente in Ticino – sul fatto che dobbiamo difendere la qualità degli impieghi, combattendo il dumping salariale ed evitando peggioramenti della qualità dell’impiego.

 

Per chi poi ha figli, come me, la preoccupazione per il loro futuro professionale è un tema di riflessione quotidiana, alla luce delle notizie che i media ci trasmettono ogni giorno.

 

Ecco perché, in questo contesto, la privatizzazione del servizio di pulizia delle scuole comunali di Losone, con i conseguenti licenziamenti, è un segnale davvero pessimo che tutti faremmo bene a non minimizzare – e non solo nel nostro Comune.

 

Il nostro Municipio ha già fatto sapere di non volere tornare sui propri passi, nonostante la perdita di un servizio essenziale per l’Ente pubblico. Non è stato dato il benché minimo ascolto né alle addette né alla Commissione del personale, né ai sindacati. Nessun rilievo è stato dato alla voce dei 1.300 cittadini che, con una petizione, si sono espressi contro questa decisione.

 

Per la sua gravità, questa decisione – che non ha precedenti per il nostro Comune – non è comunque un tema che il Municipio può sperare di seppellire in silenzio. La popolazione pretende giustamente risposte e spiegazioni, che dovranno essere fornite in tempi rapidi e con la massima trasparenza.

 

Non stiamo parlando di una battaglia di partito, ma di persone e della loro dignità. Parliamo di donne domiciliate a Losone, con famiglie e figli in formazione, che lavorano a tempo parziale e temono per il loro futuro.

 

La ditta di pulizia che vincerà la gara d’appalto potrebbe obbligarle ad accettare un impiego al 100%, lavorando anche altrove nel Cantone: condizioni difficilmente sostenibili per molte di loro, che perderebbero di conseguenza il lavoro – magari a favore di frontalieri che, per ironia della sorte, molte forze politiche ben rappresentate in Municipio vedono come il fumo negli occhi.

 

Il Municipio per ora si limitato a vaghe promesse su una presunta compensazione per le perdite di salario delle addette. Si tratta di una proposta che non è nemmeno lontanamente paragonabile a un piano sociale, perché non è stata preceduta da nessuna seria consultazione con le parti interessate e nessuno ne conosce i contenuti al di fuori dei municipali – sempre che questa proposta esista per davvero.

 

Come il PS ha già scritto chiaramente nel proprio comunicato stampa di qualche giorno fa, il Municipio ha il dovere dell’esemplarità nei rapporti con i dipendenti. Non si tratta soltanto della pulizia dei nostri stabili: smantellare un servizio pubblico, licenziando e peggiorando le condizioni di lavoro degli impiegati che rimarranno, è un segnale terribile anche per l’economia privata.

 

Se i diversi livelli dello Stato non danno il buon esempio, come potrà la politica pretendere che gli imprenditori rispettino i loro impiegati?