Consiglio Federale ed élites politiche sempre più contro gli interessi del Ticino. Cassis e Schneider Ammann a casa!

di Red

 

Tira decisamente una brutta aria per le salariate ed i salariati di questo Paese. A Berna la classe politica non è intenzionata a concretizzare decisioni e soluzioni che permetterebbero di frenare le derive di un mercato del lavoro oramai fuori controllo.

Peggio, Consiglio Federale e Parlamento agiscono apertamente contro gli interessi dei lavoratori.

Basti pensare all’attitudine manifestata dal Governo rispetto al dossier sulle misure di accompagnamento e alla decisione maturata negli scorsi giorni di permettere alle ditte straniere che distaccano lavoratori in Ticino di non rispettare il salario minimo legale che verrà introdotto nel nostro Cantone.

 

 

I consiglieri federali PLR Cassis e Schneider Ammann hanno portato un attacco frontale all’intero impianto delle misure di accompagnamento, introdotte nel nostro Paese, per difendere i nostri livelli salariali ed evitare una brutale messa in concorrenza con i lavoratori distaccati in Svizzera dai paesi dell’EU.

 

Misure, sia detto senza troppi giri di parole, davvero minime e che purtroppo visto la loro “inconsistenza” non sono state in grado di frenare abusi e dumping. Misure che andrebbero urgentemente rafforzate nell’interesse di tutti i lavoratori, delle aziende corrette e dell’insieme del tessuto produttivo.

 

Eppure il duo Cassis Schneider Ammann ha pensato bene di sacrificare le misure di accompagnamento sull’altare dell’accordo quadro che Berna dovrebbe siglare con Bruxelles.

 

Se in un primo momento si poteva ipotizzare che l’oggetto della discussione con i rappresentanti di un UE sempre più appiattita su posizione ultra liberiste fosse la regola degli 8 giorni (ditte provenienti dall’EU devono annunciare con 8 giorni di anticipo la loro presenza in Svizzera per permettere alle Autorità di eseguire i controlli sui livelli salariali riconosciuti ai dipendenti), in realtà alla luce dei documenti resi noti dalla stampa nazionale è oggi a tutti chiaro che Cassis e Schneider Ammann vogliano portare un attacco frontale all’intero impianto delle misure di accompagnamento.

 

Una vera e propria capitolazione rispetto all’offensiva deregolamentatrice promossa dall’UE. Nel documento elaborato dal Dipartimento dell’economia per guidare i negoziati interni con padronato, cantoni e organizzazioni sindacali si sarebbero infatti dovute rivedere tutta una serie di questioni: pensiamo alla cauzione che deve essere depositata dalle aziende prima dell’inizio dei lavori, al lavoro di verifica dell’applicazione dei contratti collettivi promossi dalle commissioni paritetiche, alla tipologia e all’intensità dei controlli eseguiti nelle aziende, alla rimessa in discussione del principio di esclusione dal nostro mercato per quelle ditte che si sono macchiate di abusi e infrazioni.

 

A fronte di quello che si configura come un vero e proprio tradimento dei lavoratori il movimento sindacale ha giustamente deciso di boicottare il tavolo negoziale. In un contesto come quello che conosciamo non vi è infatti alcun margine di manovra per allentare queste misure. L’impatto sarebbe devastante e avrebbe conseguenze drammatiche sulle condizioni di lavoro. I sindacati hanno preso una decisione saggia e di buon senso, e che va assolutamente mantenuta malgrado le enormi pressioni esercitate dai media nazionali (che evidenziano, e non è una novità, un legame organico con gli ambienti economici, alla faccia della tanto sbandierata indipendenza…). Ci auguriamo vivamente che non vi siano ripensamenti e che il movimento sindacale mantenga la decisione presa e contrasti con tutti i mezzi l’eventuale sottoscrizione dell’accordo quadro con Bruxelles. In gioco vi sono infatti i destini dei lavoratori di questo Paese!

 

Un Governo, che dall’entrata di Cassis in Consiglio Federale si sta spostando sempre più a destra non può che adottare decisioni infauste per salariati e popolazione. Lo conferma la decisione presa negli scorsi giorni dal Governo federale.

 

Quando il Ticino introdurrà il salario minimo legale, le ditte straniere che distaccano lavoratori sul nostro territorio, saranno esentate dal rispetto del salario minimo. Una notizia che ha dell’incredibile e che apre le porte a nuovi abusi e a enormi pressioni sui salari. Le classi dirigenti, le élites politiche sono sorde ai problemi della popolazione e delle persone comuni i cui interessi sono sacrificati sull’altare dei profitti degli ambienti economici.

 

Dobbiamo costruire delle altre prospettive e rimettere al centro dell’azione politica la difesa degli valori e della dignità delle persone che hanno un valore incommensurabilmente maggiore rispetto agli interessi economici delle classi dominanti.

 

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