In campo a favore dell’agricoltura svizzera!

Massimiliano Ay Partito Comunista

 

Un’elaborazione di Paul McMahon dei dati FAO sulla produzione ed il consumo di calorie in 170 nazioni, situa la Svizzera nella categoria dei paesi ricchi importatori di cibo: il nostro Paese produce una proporzione molto bassa del proprio fabbisogno ma ha molto denaro per importare le necessarie derrate alimentari.

Questo rende la Svizzera molto vulnerabile alle oscillazioni del mercato e alle evoluzioni della geopolitica mondiale.

 

Viviamo in un contesto di crescente instabilità internazionale, e ciò è sempre più palpabile anche da noi: cambiamenti climatici e conseguenti problemi a livello di risorse; strascichi della crisi finanziaria del 2008 e dell’ascesa vertiginosa dei prezzi delle derrate alimentari che hanno contribuito ad affamare popolazioni già vessate; guerre che generano altri flussi migratori; ecc. Sono tutti elementi da considerare anche quando parliamo di agricoltura: è in questo senso infatti che il popolo svizzero lo scorso anno si espresso a favore della sicurezza alimentare.

 

Benché critico sul controprogetto posto allora in votazione, il Partito Comunista riconosce l’importanza che i cittadini hanno voluto dare alla sicurezza dell’approvvigionamento di derrate alimentari, alla difesa delle terre coltive ed è per questo motivo che il prossimo 23 settembre sostiene l’iniziativa per la sovranità alimentare.

 

Bernard Lehmann, già professore ordinario di economia agraria presso il Politecnico federale di Zurigo e attuale direttore dell’Ufficio federale dell’agricolture, “uomo forte” della politica agricola svizzera, ha perseguito principi strettamente liberisti nell’impostare la Politica Agricola 2022+ credendo visceralmente in un possibile avvicinamento del prezzo del latte svizzero a quello europeo di 25-27 euro per 100 kg di latte e smentendo con altrettanto vigore qualsiasi influenza della speculazione sui prezzi delle derrate alimentari. E’ questa la posizione teorica degli esperti che muovono i fili della politica agricola: gli stessi che raramente consultano chi lavora sul campo e deve convivere con le scelte calate dall’alto. Ecco perché riteniamo che ancorando il concetto di sovranità alimentare nella Costituzione federale si possa finalmente riorientare le politiche della Confederazione verso uno sviluppo locale che valorizzi la produzione indigena.

 

Per stimolare ulteriormente il dibattito sull’importanza e la direzione che sta prendendo l’agricoltura svizzera ho depositato in Gran Consiglio, a nome del Partito Comunista, un’iniziativa parlamentare che propone di inserire fra gli obiettivi sociali del Canton Ticino il seguente articolo: «sia rispettata la sovranità alimentare, che riguarda il diritto all’accesso ad alimenti nutritivi per una dieta variata, la destinazione d’uso del territorio principalmente per sopperire in modo sostenibile alle necessità dei suoi abitanti; il diritto della popolazione a poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo».

 

Il nostro auspicio è che sia a livello federale sia a livello cantonale cresca la consapevolezza dei consumatori nei confronti delle sfide agroalimentari che attendono l’agricoltura svizzera, la quale deve continuare ad essere un settore economico fondamentale, una professione attraente e giustamente retribuita, la fonte insomma di un sostentamento sano e accessibile.