SÌ alla sperimentazione della “Scuola che verrà”

I Verdi del Ticino

 

I Verdi avevano espresso, in occasione della consultazione del marzo 2017, parecchie osservazioni critiche sul progetto “la scuola che verrà”. Nel frattempo il progetto è stato opportunamente ritoccato in alcuni punti particolarmente dibattuti, e bisogna dare atto al DECS di aver preso sul serio le critiche. Le nostre perplessità di fondo però rimangono.

Per i Verdi l’elemento centrale dell’esperienza educativa è la scoperta della conoscenza in stretta relazione con gli altri e con l’ambiente, sempre più difficile in una scuola caratterizzata da istituti troppo grandi, da strutture troppo rigide e dalla prevalenza delle esigenze certificative.

 

Si sta affermando una visione utilitaristica dei percorsi formativi, che insiste sulle “competenze” misurabili e spendibili e mette in secondo piano aspetti più qualitativi come il piacere della conoscenza o la formazione di una personalità armoniosa, empatica, capace di discernimento e di critica. Questo orientamento è già in atto, soprattutto dopo il concordato Harmos, e “la scuola che verrà” non lo mette in discussione.

 

Tuttavia, almeno nelle premesse, cerca di introdurre qualche miglioramento anche nella direzione da noi auspicata. Pur senza entusiasmo, i Verdi sono quindi favorevoli alla sperimentazione. La scuola che verrà non sarà certo la scuola che vorremmo, ma è pur sempre un primo tentativo di affrontare i problemi di un’istituzione sempre più in affanno di fronte alle trasformazioni della società.

 

Ricordando che si tratta di una sperimentazione e non di una scelta definitiva, invitiamo quindi i cittadini a confermare il credito deciso dal Gran Consiglio e a votare sì il prossimo 23 settembre.