Perché in Ticino la gente non vota più?

di Emma Zama

 

Corrado Mordasini ha recentemente lanciato un accorato appello dalle colonne del GAS. Il succo è questo: cari concittadini, andate a votare che c’è in ballo il destino della Scuola che Verrà. Sembrerebbe infatti che la partecipazione al voto si attesti per il momento a soglie bassissime, malgrado l’importanza degli oggetti in votazione.

 

Il problema c’è ed è reale: l’assenteismo alle urne è segno di una democrazia malata, forse addirittura in fase terminale. Questo fenomeno deve preoccuparci tutti, a maggior ragione se si considera che siamo di fronte a una tendenza che va avanti da diversi anni e che sembra inarrestabile.

 

Constatare un problema, però, non basta: bisogna anche risolverlo. E il primo passo per farlo, è quello di capirne le cause. Ed è qui che purtroppo scivola il buon Corrado, il quale dà voce a un mantra che la sinistra social-liberale di questo cantone si ripete da anni. “La preoccupazione è che la gente non sia più capace di concentrarsi su temi complessi e astratti”, si può leggere sul GAS https://gas.social/2018/09/ma-andate-a-votare-porca-miseria/ . Insomma, il popolo bue, troppo stupido per capire i temi complessi su cui è chiamato a votare, si mobilita “solo con slogan forti e questioni pratiche legate al pro-sacoccia”. Se l’attitudine di una certa sinistra è questa, allora c’è poco da meravigliarsi che i consensi del PS stiano colando a picco…

 

Il problema, casomai, è un altro. La gente non è certo diventata stupida da un giorno all’atro. Piuttosto, la gente è stufa di andare a votare per poi constatare che la sua opinione non conta nulla, perché tanto le decisioni che contano le prende sempre qualcun altro e la torta viene sempre spartita tra i soliti intrallazzati (cioè i partiti storici e la Lega).

 

Il problema vero, quindi, è che la gente non crede più alla democrazia, soprattutto perché nessun partito rappresenta più una reale alternativa allo status quo. I partiti di governo remano tutti nella stessa direzione (si pensi al maxi-inciucio che sta bollendo in pentola a Berna tra PS e partiti borghesi per permettere gli ennesimi regali fiscali alle grandi aziende), e a restare fregati siamo sempre noi cittadini.

 

Quelli che hanno pagato di tasca propria la crisi, quelli che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, quelli che non vedono un futuro per i propri figli, insomma, per farla breve, le persone comuni torneranno a votare solo quando il loro voto varrà di nuovo qualcosa. Ma soprattutto torneranno a votare solo quando avranno una reale alternativa da sostenere. Un’alternativa entusiasmante, che faccia venire voglia di alzarsi dal divano per andare a imbucare il proprio bollettino di voto.

 

Perché votare, caro Corrado, dev’essere qualcosa di più che un “impulso primordiale”, lo stimolo di andare al cesso da te elegantemente auspicato. Votare dev’essere un atto di passione e di entusiasmo. E se i partiti che controllano governo e parlamento non sono più in grado di fornire queste emozioni, allora vuol dire che la nostra democrazia è davvero alla canna del… gas!