Young Boys against E-Sports

di Red

 

Pubblichiamo questo contributo apparso sul sito sportpopolare.it che da voce alla protesta inscenata dalla tifoseria dello Young Boys durante la partita del massimo campionato svizzero contro il Basilea. Un’azione quella della tifoseria bernese contro le derive dello sport moderno che sacrifica l’ approccio popolare agli eventi sportivi, le emozioni ed il coinvolgimento dei tifosi sull’altare della massimizzazioni dei profitti e del capitale. Capitale che si impossessa sempre più di tutte le sfere del nostro vissuto quotidiano.

 

 

di Giuseppe Ranieri

 

Si può affermare, senza paura di essere smentiti, che le dure prese di posizione da parte delle tifoserie organizzate di ogni angolo del globo contro il calcio moderno costituiscono un mantra di questo primo scorcio di inizio millennio, ma probabilmente mai nessuno si era spinto fino a contestare il calcio virtuale prima della scorsa settimana.

 

Infatti lo scorso 23 settembre a Berna, durante il match tra i campioni di Svizzera in carica, i padroni di casa dello Young Boys e il Basilea (partita terminata con un roboante 7-1 per i gialloneri), è andata in scena una plateale contestazione: durante la partita, al sedicesimo minuto, dalla curva di casa sono cominciati a volare in campo palline da tennis, joystick e finanche delle consolle da gioco, cosa che ha costretto l’arbitro a sospendere la partita per qualche minuto, fino a quando non è stata ripulita la porzione di campo interessata.

 

Successivamente, sempre nella OstKurve, si è alzato un inequivocabile striscione “Scheiss E-Sport” e un bandierone copri-curva, raffigurante il simbolo della pausa, che avrebbe fugato ogni dubbio: all’origine di quest’azione plateale ci sarebbero gli E-sports e nello specifico il nuovo campionato di “Fifa ’19”, anche perché la Federcalcio svizzera vorrebbe obbligare tutti i club della Swiss Super League a creare un proprio team parallelo per gli E-sports con tanto di relativo campionato da svolgersi in contemporanea a quello tradizionale.

 

Non c’è quindi da meravigliarsi che alla protesta si siano accodati anche gli ultras del Basilea che, oltre a riproporre un bandierone col medesimo disegno, hanno esposto uno striscione di approvazione, a dimostrare il momento particolarmente florido per la scena ultras elvetica a cui è toccato il compito di fare da apripista per quello che potrebbe essere a breve uno scenario destinato a riprodursi con una certa velocità.

 

Non è un caso che il fenomeno degli E-sports rappresenti la professionalizzazione dei videogiochi con profitti anche abbastanza lauti, o anche, abbracciando una visione più ampia, la trasposizione calcistica della supremazia della tecnica sull’individuo; temi comunque spinosi e che, come diverse derive del calcio post-moderno, sembrano difficilmente arrestabili e sui quali ci ripromettiamo di tornare a brevissimo termine, contattando anche professionisti di questa nuova disciplina per conoscere il loro punto di vista.

 

D’altronde, anche il comunicato rilasciato dai ragazzi della OstKurve Bern, in cui puntano l’indice contro l’ennesima operazione realizzata in nome del profitto e su quanto sia contraddittorio per una squadra di calcio incoraggiare il gioco virtuale al posto di quello praticato, privando così le nuove generazioni di quei valori e di quella socializzazione che forse restano tra i tratti distintivi più belli e insostituibili del nostro calcio, e che sembrano abbandonare mestamente la scena così come tutto quell’immaginario un po’ nostalgico con quale sono cresciute generazioni su generazioni.

 

 

 

 

 

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