Lanciato il referendum contro la RFFA

di Red

 

Ieri a Berna è stato deciso il lancio del referendum contro la RFFA. Eravamo presenti anche noi del ForumAlternativo. Vi proponiamo qui la traduzione , a cura della redazione del nostro sito, del comunicato stampa diramato ieri dal Comitato nazionale promotore del referendum.

 

Un’ampia coalizione di forze politiche, sindacali e associative ha deciso ieri a Berna di promuovere il referendum contro la legge relativa alla riforma fiscale e al finanziamento dell’AVS (RFFA) votata lo scorso 28 settembre dalle Camere federali.

 

Vi è un’ampia opposizione nei confronti della RFFA. Unia, la principale organizzazione sindacale del Paese, come la Vpod vi si oppongono. A livello politico i Verdi, i giovani verdi, solidaritéeS, i giovani socialisti (Juso), il Partito svizzero del lavoro e altre organizzazioni hanno deciso di sostenere il referendum.

 

Sul piano fiscale la RFFA è la sorella gemella della Riforma III bocciata nettamente in votazione popolare il 12 febbraio 2017. I cosmetici miglioramenti apportati devono essere fortemente relativizzati. Lo stesso vale per l’aumento del tasso di imposizione dei dividendi. Questi ultimi continueranno infatti ad essere massicciamente defiscalizzati, contrariamenti ai redditi salariali sui quali si pagano le imposte fino all’ultimo centesimo. Parallelamente la RFFA non modifica che marginalmente la disposizione introdotta dalla Riforma III che permette alle aziende di distribuire ai propri azionisti miliardi di dividendi.

 

Di fatto la RFFA si limita a rimpiazzare gli statuti fiscali, di cui salutiamo la soppressione, con delle nuove nicchie fiscali. Inoltre a seguito dell’aumento della parte dell’imposta federale diretta causerà una diminuzione massiccia dell’imposte a carico delle aziende sul piano cantonale, e ciò in un momento in cui il nostro Paese è tra i principali attori del dumping fiscale a livello internazionale. Neppure Trump potrebbe sognare tassi di imposizione così contenuti!

 

La conseguenza saranno dei nuovi tagli nel servizio pubblico, un attacco agli asili nido, alla presa a carico delle persone anziane, all’accesso agli studi superiori, ai trasporti pubblici per non fare che alcuni esempio. Un trasferimento quindi del carico fiscale a detrimento dei salariati, dei pensionati, e che comporterà l’aumento delle diseguaglianze sociali. Le donne saranno tra le prime vittime visto la loro importante presenza nei settori della sanità, del sociale e dell’accoglienza dell’infanzia. E pagheranno un importante tributo nella misura in cui assumeranno gratuitamente i numerosi compiti che lo Stato non sarà più in grado di finanziare. Le autorità cantonali e comunali saranno costrette ad aumentare le imposte delle persone fisiche, dei salariati e dei pensionati. Lo si è visto bene nel Canton Vaud e nel Canton Lucerna dove le stesse politiche hanno provocato un aumento delle imposte. La Svizzera continuerà inoltre a essere la locomotiva dell’erosione della sostanza fiscale dei Paesi del sud del pianeta, ciò che condanna alla povertà milioni di essere umani.

 

La RFFA contiene certo un elemento positivo: il finanziamento supplementare di 2 miliardi dell’AVS. Ciò non può essere però considerata una compensazione. I pensionati attuali e futuri non percepiranno neanche un franco di aumento delle rendite. Inoltre saranno proprio loro a dover finanziare questo finanziamento supplementare. Come afferma Jean Daniel Delley, professore onorario di diritto, “non si riesce ad intravvedere in questo scambio in cosa consista la compensazione sociale che dovrebbe rispondere ai regali fiscali fatti alle aziende. E ammesso che ci sia una compensazione la stessa non è pagata dalle aziende” (Domaine public 2 giugno 2018).

 

E per quanto attiene all’argomentazione che il finanziamento supplementare dell’AVS ci metterebbe al riparo dall’aumento dell’età di pensionamento delle donne, equivale a credere a Babbo Natale! Gli ambienti padronali e la destra non si nascondono: a corto termine la loro priorità e di portare a casa la riforma fiscale molto vantaggiosa per le grandi aziende e i loro azionisti. In un secondo momento torneranno alla carica chiedendo l’aumento dell’età pensionabile delle donne. Il Progetto del Consiglio federale AVS 21 presentato lo scorso 28 giugno (quindi dopo che il Consiglio degli Stati aveva accettato il “deal” concretizzatosi nel via libera alla RFFA) prevede infatti esplicitamente l’aumento dell’età di pensionamento delle donne.

 

Per concludere, con la RFFA le grandi aziende e i loro azionisti beneficeranno di nuovi regali fiscali per diversi miliardi di franchi, mentre i lavoratori ed i pensionati dovranno accontentarsi di vaghe promesse, che come sappiamo, vincolano solamente coloro che ci credono….