Speranza di vita: gli Stati Uniti vanno a picco

di Franco Cavalli

 

Chi l’avrebbe mai pensato solo qualche anno fa? Per la prima volta nella storia moderna, la speranza di vita di chi nasce oggi in Cina supera quella dei neonati statunitensi. Secondo l’OMS siamo a 68.5 anni per quest’ultimi, 68.7 anni per i bebè cinesi.

 

Questo è uno dei tanti indici impressionanti che indicano una tendenza ormai consolidata: da tre anni a questa parte la speranza di vita negli Stati Uniti va diminuendo. Sempre secondo l’OMS, questo è capitato solo in 5 paesi al mondo: la Somalia, l’Afghanistan, lo Yemen, l’arcipelago di Saint Vincent e appunto gli Stati Uniti.

L’aspettativa di vita negli Stati Uniti oggi è al di sotto della media dell’OCSE ed è più vicina a quella della Turchia che non a quella dei paesi europei.

 

Le ragioni sono ormai chiare: l’aumento molto importante delle differenze sociali, con indici per i più poveri che sono quasi da Terzo Mondo. A questo si aggiunga il numero molto importante di morti per armi da fuoco e i cattivi risultati terapeutici in quei 30 milioni di americani che non hanno copertura assicurativa. Ma a tutto questo bisogna aggiungere i morti per overdose di droga, ma molto spesso semplicemente per cattivo uso di farmaci antidolorifici a base di oppiacei.

 

In parte ciò è dovuto al fatto che le campagne paranoiche lanciate dalle amministrazioni repubblicane americane per la “guerra contro la droga” hanno provocato un peggioramento anche delle ricerche nel settore medico su questo tema e della formazione di tutto il personale sanitario. A ciò si aggiungano le mancate politiche di prevenzione e di aiuto ai drogati, per cui ormai i morti per overdose negli Stati Uniti si aggirano sui 70-80’000 all’anno, con un aumento del 50% dal 2014 ad oggi. Siccome la stragrande maggioranza di questi decessi sono nella popolazione relativamente giovane, questo ha delle grosse conseguenze a livello delle statistiche che si occupano dell’aspettativa di vita della popolazione.

 

Su questi fatti dovrebbero riflettere Economie Suisse, i nostri banchieri e tutti i grandi capi del capitalismo indigeno, per i quali gli Stati Uniti sono sempre ancora l’esempio da seguire…

 

 

 

 

 

Quaderno 17 / Settembre 2018