Cardiocentro nell’Ente ospedaliero cantonale: per garantire anche in futuro un servizio pubblico di qualità

Associazione per la difesa del Servizio Pubblico

 

Durante la sua assemblea del 18 ottobre, ASP ha preso atto con viva preoccupazione delle vicende in corso riguardante il futuro assetto giuridico del Cardiocentro, ...

... ed in particolare del lancio di un’iniziativa popolare, la cui ricevibilità va verificata, tendente a mantenere uno statuto di particolare autonomia dello stesso rispetto all’Ente ospedaliero cantonale (EOC).

 

La nascita del Cardiocentro nel 1995, come fondazione privata e non come istituto integrato totalmente nell’EOC, è il risultato di un compromesso in una particolare situazione politica e finanziaria del Cantone. Già allora, tuttavia, era stato chiaramente pattuito che quella realtà era da considerarsi transitoria e che dal 2020, il Cardiocentro avrebbe dovuto confluire nell’EOC, come l’Istituto oncologico della Svizzera Italiana (IOSI) e il Neurocentro della Svizzera Italiana (NSI). Tutto ciò allo scopo di garantire il suo potenziamento, una solidità finanziaria e una gestione pubblica.

 

I costi della medicina stanno fortemente aumentando, anche in seguito ad una pianificazione ospedaliera insufficiente, che in taluni casi permette addirittura al privato di dotarsi di attrezzature già presenti in numero sufficiente negli ospedali pubblici, creando inutili e costosi doppioni. È, secondo l’Associazione, compito dell’Ente pubblico vigilare e operare affinché vengano garantite le migliori cure, ma al minor costo possibile.

 

L’iniziativa popolare “Grazie Cardiocentro”, la cui raccolta delle firme è in corso, intende invece creare una nuova fondazione privata della durata di 99 anni, indipendente dall’EOC, con lo scopo manifesto di salvaguardare interessi privati. L’iniziativa contrasta quindi con quanto deciso allora, con i principi di una gestione oculata, nonché con il voto espresso dai cittadini ticinesi il 5 giugno 2016. In quell’occasione, il 55% di coloro che si recarono alle urne bocciò la modifica della legge sull’EOC che intendeva cedere al privato parte dell’attività dell’Ospedale civico di Lugano e di quello della Carità di Locarno. Si trattò di una conferma di altre decisioni popolari a favore della gestione pubblica delle attività importanti per la popolazione che, a giudizio dell’Associazione, va tenuta in debita considerazione.

 

Da notare che il fatto che il gruppo promotore “Grazie cardiocentro “ non ha giustificazioni di pubblico interesse a suo sostegno è dimostrato da un comunicato del 2 ottobre che non contiene altro che astio e accuse inconsistenti nei confronti di chi propugna una conclusione della vicenda conforme agli accori intercorsi, senza nessuna argomentazione a suffragio della tesi da esso sostenuta.

 

L’Associazione per la difesa del servizio pubblico ricorda che la creazione di una fondazione privata, come vorrebbe l’iniziativa, significa che il Cardiocentro sarebbe pure sottratto al controllo democratico esercitato annualmente dal Parlamento, nello stesso modo in cui viene svolto per l’EOC.

 

Essa sostiene pertanto le chiare posizioni del Consiglio di Stato e del Consiglio di amministrazione dell’EOC, nel senso che il Cardiocentro deve essere integrato nell’EOC stesso. Auspica che l’iniziativa popolare “Grazie cardiocentro”, qualora fosse sottoposta in votazione popolare, venga respinta dai cittadini ticinesi.