Sanders ed i giovani rilanciano il socialismo negli USA

di Marina Catucci

 

La prima manifestazione anti Trump si è svolta il giorno immediatamente successivo alla sua elezione, al grido di “resist”, e da quel giorno in poi ogni settimana si sono tenute manifestazioni in tutti gli Stati Uniti, ...

... richiamando a volte centinaia, a volte migliaia, a volte centinaia di migliaia di persone, e non solo nelle città delle due coste, tradizionalmente liberal e di sinistra, ma in Stati insospettabili, o in zone rurali.

 

L’elezione di Donald Trump, che per la modalitá di voto americana è diventato presidente nonostante ben 3 milioni di persone in più avessero votato per Hillary Clinton, di fatto ha provocato una sterzata di attivismo, rinvigorito i movimenti americani, ed ha indirettamente contribuito alla nascita di movimenti nuovi, come quello delle donne e quello, potentissimo, di Never Again, che cerca di imporre un controllo su la vendita e circolazione delle armi.

 

La peculiarità di Never Again è molteplice; innanzitutto è nato come reazione all’ennesimo mass shooting in una scuola, la Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, Florida, dove il 18 febbraio 2018 il diciannovenne Nikolas Cruz ha sparato, uccidendo 17 persone e ferendone altre decine. Gli studenti sopravvissuti non si sono limitati ad organizzare veglie di conforto, come era accaduto tutte le altre volte, ma hanno immediatamente occupato i media e l’immaginario collettivo con la loro rabbia ed una richiesta semplice rivolta alla classe politica americana: le armi ci uccidono, bisogna limitarle.

 

Questo gruppo dì teenager in poche settimane, grazie ad un uso intelligente e sofisticato dei social network, ha mobilitato il Paese dando vita a un movimento rispettato dai media, da Hollywood, delle star del mondo della musica e dello sport, attirando cosí tanto consenso da non doversi opporre a nessun altro nemico che non la National Rifle Association, NRA, la potente lobby delle armi.

 

I ragazzi hanno continuato a ripetere con forza di non volere rivoluzioni o trasformazioni sociali, ma solo solo meno armi, di non parteggiare per un partito ma di essere consapevoli del potere che ha il voto, ed hanno invitato chiunque si riconosca nel loro movimento a non votare nessun candidato che accetti finanziamenti da parte della Nra, e che non sia favorevole a un controllo delle armi, durante le elezioni di midterm che si tengono a novembre. Le reazioni a dir poco scomposte della National Rifle Association, cosí come quelle di molti repubblicani e di una buona parte dell’amministrazione Trump, hanno dimostrato che i ragazzi di Never Again hanno raggiunto il bersaglio.

 

Con l’avvicinarsi delle elezioni di medio termine un nuovo gruppo di elettori, che solitamente non va alle urne, specialmente nel midterm, è di fatto il potenziale ago della bilancia che può cambiare gli equilibri del Congresso, al momento in mano ai repubblicani.

 

I ragazzi di Never Again ne sono consapevoli e lo hanno sottolineato sin da subito; il loro attivismo non ha prodotto “solo” manifestazioni con affluenza storica, ma un incremento di registrazioni al voto con doppia cifra nella fascia anagrafica tra i 18 ed i 24 anni. Nelle universitá, nei licei, sono comparsi banchetti che invitano a registrarsi alle liste elettorali, e durante l’estate il gruppo dei fondatori di Never Again è partito per un tour di due mesi che ha attraversato tutti gli Stati Uniti per spiegare personalmente ai loro coetanei i rischi a cui le armi li espongono e l’importanza di votare per chi si impegna a limitarne la circolazione.

 

Questo fenomeno va ad inserirsi nell’onda di passione politica evocata nella stessa fascia di etá, durante le primarie democratiche del 2016, dal senatore socialista del Vermont, Bernie Sander.

 

Quando Sanders si è presentato a sfidare Hillary Clinton, era sconosciuto alla maggior parte della base democratica, ma comizio dopo comizio il senatore è stato capace di conquistare l’elettorato giovanile parlando di sanità pubblica, diritto alla casa e alla scuola, uguaglianza e solidarietà, ispirando una generazione che si è formata durante la crisi del 2008 che di fatto ha chiuso il capitolo del capitalismo novecentesco.

 

Anche Sanders ha usato strategie comunicative intelligenti ed efficaci, avendo avuto l’intuizione di affidarsi a dei veri maestri della comunicazione politica di sinistra, vale a dire ai fondatori e componenti di Occupy Wall Street, con i quali condivide ideali e prassi.

 

Il movimento Occupy Wall Street nel 2011 in soli due mesi era stato in grado di attirare l’attenzione su gli stessi temi portati poi da Sanders sotto i riflettori, affermando che il sistema economico in uso era la causa delle disparitá e della quotidianità distopica americana, che il mondo diverso possibile di cui si era parlato, non poteva più aspettare ed una rivoluzione era necessaria e non più rimandabile.

 

OWS non proponeva soluzioni, ma la rivoluzione l’ha codificata Sanders, che durante la sua campagna elettorale ha aperto ogni comizio chiedendo: “Siete pronti per una rivoluzione politica?”.

 

Sanders gli ideali socialisti possono e devono essere veicolati dal partito democratico che va riportato a sinistra, onde per cui, forte del suo seguito, era riuscito a far firmare ad Hillary Clinton la piattaforma più radical mai firmata da un candidato di partito, ma il progetto di Sanders andava ben oltre. Ciò che il senatore chiedeva e continua a chiedere è un cambiamento profondo che può avvenire solo attraverso l’impegno, rinnovando il partito dall’interno, ed è ciò che sta avvenendo in Usa; l’esempio più clamoroso è quello di Alexandria Ocasio-Cortez, la 28 enne di origini Portoricane che nel 2016 aveva fatto attivismo ed aveva lavorato come volontaria per la campagna di Sanders, e nel 2018 si è candidata ed ha vinto le primarie del Partito Democratico statunitense per il seggio alla Camera del 14esimo distretto di New York, sconfiggendo il deputato uscente Joe Crowley, il candidato più forte del collegio, e aprendosi la strada verso il Congresso.

 

Quello di Ocasio Cortez non è un fenomeno isolato, i candidati cosiddetti “di Sanders” il piú delle volte battono quelli del l’establishement, e “socialista”, che nel 2008 era un insulto rivolto ad Obama, è ora una normale tendenza politica progressista, e sono sempre più numerosi i candidati che prevalgono parlando di socialismo.

 

Mai come ora, in reazione a Trump, ispirati da Sanders, i candidati del partito democratico sono stati più radicali, non si erano mai visti cosí tante donne, neri, ispanici, transgender, entrare nell’arena politica, e forse quell’altro mondo possibile potrá finalmente iniziare a vedere la luce.

 

 

 

 

 

Quaderno 17 / Settembre 2018