Quando l’estrema destra tedesca copia la Lega dei Ticinesi

di RedQ

 

Pochi oggi se lo ricordano, anche se a me è capitato ancora recentemente di vedere appiccicato sui vetri di un’automobile l’adesivo della lega raffigurante un indiano che diceva “non si sono difesi e ora vivono nelle riserve”.

Questo discorso del bravo indiano americano, legato alla sua comunità e alla natura, che viene travolto dall’immigrazione (anche se sarebbe storicamente molto più giusto parlare di colonialismo: ma questo è un termine che la destra evita come il diavolo l’acquasanta), si è ora generalizzato come un mito a tutti i movimenti xenofobi europei.

 

A questo fenomeno dedica un supplemento l’edizione del 21 luglio corso di Le Monde, che si concentra particolarmente sulla situazione in Germania, dove dal tempo dei libri di Karl May (18421912) dedicati in gran parte al grande capo Winnitou e venduti in milioni di copie negli ultimi cento anni, questo mito ha generato una prosopopea molto popolare, tant’è vero che ancora oggi vi sono parecchie rappresentazioni teatrali di tipo folcloristico che vi sono dedicate.

 

La nascita di questo fenomeno viene fatta risalire al romanticismo tedesco, che dopo la sconfitta degli ideali illuministici di tipo universale a seguito delle guerre napoleoniche, segnò un ritorno ai valori della comunità locale, della natura intatta e del vivere in modo semplice, tra gente simile, non disturbata da elementi estranei. Non per niente Hitler era un fanatico dei libri di Karl May.

 

Nel supplemento di Le Monde vengono presentati dei cartelloni elettorali di AfD (Aktion für Deutschland) usati dal movimento di estrema destra entrato dopo le ultime elezioni al Bundestag, che sembrano una copia di quelli della Lega dei Ticinesi. E correttamente Le Monde scrive “è stato un piccolo partito nella Svizzera italofona, la Lega dei Ticinesi, che nel 2007 ha creato il primo cartellone che rappresentava un indiano d’America, per mettere in guardia gli elettori contro l’immigrazione”. L’immagine fu poi ripresa rapidamente dalla Lega lombarda di Bossi e rilanciata a livello cartellonistico l’anno scorso da Matteo Salvini.

 

L’immagine dei poveri indiani rinchiusi nella riserva è ora ampiamente adoperata da tutta l’estrema destra europea, seguendo l’esempio del Primo ministro ungherese Orbán, che ne parla spesso nella sua “crociata contro l’immigrazione non cristiana, che arrischia di travolgerci”. L’immagine fu usata nel 2012 addirittura da A. Breivik, il fanatico neonazista che uccise 77 ragazzi di sinistra in Norvegia, durante il suo processo….

 

Vogliamo forse farci qualche pensierino?

 

 

 

 

 

Quaderno 17 / Settembre 2018