Visita al CSOA, la cultura a portata di tutti

Dante Vanni, Lugano

 

Non conosco bene il tema dell'autogestione, né possiedo un bagaglio culturale sufficiente per poter parlare dell’anarchia. Ogni tanto passo al CSOA. Basta vedere la biblioteca, lo spazio Edo, per rendersi conto del valore che offre alla gente.

Ci sono titoli che faresti fatica a reperire e li puoi avere in prestito. I temi in cui è specializzata la biblioteca possono non piacere a qualcuno. Ma questa è una questione individuale.

 

Le serate organizzate per presentazioni, conferenze e dibattiti sono quasi un fenomeno cantonale, dato che di solito si trovano solo cose mainstream. I temi affrontati hanno sempre al centro il rispetto della vita e della dignità umana. Non sono abbastanza “sexy” per l’informazione dominante, oppure non in linea con la narrazione estremamente influenzata dalla politica. Quelle che ho seguito mi hanno fatto molto riflettere.

 

Le giornate di benefit, musica e mercatini, sono, per molte piccole associazioni e per progetti concreti, una fonte di modeste ma utilissime entrate. Per dire solo di ciò che ho visto. Ci sono poi proiezioni. Concerti di giovani artisti che hanno comunque necessità di esibirsi davanti al pubblico.

 

Al di là dei discorsi politici, per me è chiaro che il CSOA è un valore aggiunto, prezioso, poiché produce cultura del tutto accessibile. Credo che una visita da parte dei cittadini di Lugano e di tutta la regione possa aiutare a comprendere meglio questo fenomeno.

 

Entrare al Macello non implica lo schierarsi, né politicamente, né sul piano del dibattito in corso a proposito dei progetti del Municipio. Continuare a frequentarlo significa quantomeno condividerne il concetto che emerge costantemente, oltre alla protezione dell'ambiente: l’essere umano va sempre rispettato.